Per comprendere meglio i conflitti recenti tra Ucraina e Russia spingiamo il nostro sguardo verso l’arte, che molto spesso ci aiuta a fare chiarezza su argomenti, come quelli politici, molto complessi. Così torniamo indietro di qualche anno e chiediamo a Marco Lo Curzio, architetto di Messina, docente di graphic design all’Accademia di Belle Arti di Catania e fondatore, insieme al regista Domenico Distilo, di Sciara Film, di raccontarci di “Il paesaggio segreto”, documentario sui quaderni russi e ucraini di Igort.
Il documentario, uscito nel 2013, infatti segue il dittico del celebre fumettista italiano: i “Quaderni ucraini – Memorie dal tempo dell’URSS” (Mondadori, 2010) e i “Quaderni russi – La guerra dimenticata del Caucaso” (Mondadori, 2011), di cui trovate le ristampe a cura di Oblomov. Il nostro viaggio parte quindi dal film per arrivare alle matite di Igort che, con le sue graphic novel, è riuscito a dipanare la grande matassa del conflitto russo – ucraino, trascorrendo due anni interi nell’ex Unione Sovietica; ricostruendo storie di corruzioni e uccisioni innocenti.
Sciara Film
La casa di produzione Sciara Film nasce, inizialmente, a supporto del Parco Horcynus Orca di Messina. «Sciara – ci racconta Marco Lo Curzio – ha due vite. Nasce nel 1999 come società di servizi culturali per il Parco Horcynus Orca e questo fino al 2010. Tra il 2008 e il 2010, con il cambio di vocazione del Parco Horcynus Orca, ci stacchiamo in modo sereno, iniziando la produzione cinematografica. Con Domenico, che era appena uscito dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, avevamo voglia di buttarci nel documentario creativo».
Così vengono realizzati 7 film documentari, di cui due dedicati a Igort: “Manga Do, Igort e la via del manga” (Premio Biografilm Festival di Bologna nel 2018) e “Il paesaggio segreto”, uscito – come abbiamo detto – nel 2013. Proprio in questo anno, infatti, Marco Lo Curzio e Domenico Distilo (in foto) iniziano la loro esplorazione nel mondo di uno dei più importanti riferimenti della paraletteratura italiana: Igor Tuveri, in arte Igort.
«Quando abbiamo cominciato a fare documentari – dice ancora Lo Curzio – c’era uno spazio in Rai e abbiamo proposto il documentario su Gerusalemme (che poi nel 2011 diventerà “Estremi Urbani – Gerusalemme”, ndr.) e ha funzionato. A questo punto il legame era diventato buono e la seconda volta ci hanno chiamato loro, per un ciclo di documentari su artisti italiani viventi che raccontassero l’Italia; abbiamo pensato a Gipi e a Igort, e da lì abbiamo iniziato a lavorare a “Il paesaggio segreto”, seguendo Igort e i suoi quaderni».
I quaderni russi e ucraini di Igort
I quaderni rappresentano un momento di cambiamento nel mondo del fumetto italiano: come fosse un documentario disegnato, Igort filma con la matita quello che è successo prima in Russia e poi in Ucraina. «Allineandosi a un filo che in Italia non faceva ancora nessuno – continua Marco Lo Curzio – Igort sperimenta una nuova forma: il quaderno, un po’ parla di storia, un po’ trascrive il suo viaggio; il viaggio lo alimenta. L’idea del nostro documentario era proprio quella di parlare di disegno e di come questo può avere una funzione politica».
Le pagine di cui stiamo parlando sono un vero colpo al cuore: attraverso l’ombreggiatura, i dettagli del volto e delle ambientazioni che Igort ha davvero calpestato, si comprende il profondo dramma che sta attraversando, da prima del 24 febbraio 2022, non solo l’Ucraina, ma il mondo intero. Allora ci chiediamo se i linguaggi creativi, i film, i quadri e, come in questo caso, i fumetti possano fare ancora la differenza.
«Le cose si cambiano se ci fanno circolare una pluralità di informazioni, che arrivano da punti diversi. Anche nel mio lavoro, si parla spesso se la grafica possa essere anche politica o solo funzionale al mondo della pubblicità, e un po’ abbiamo fatto lo stesso ragionamento con il documentario. Nel caso di Igort, non riprende dal vivo, ma filma per poi ridisegnare, che diventa così un momento di riflessione. Questa cosa dei quaderni era veramente nuova, per la prima volta si racconta la storia di Anna Politkovskaya (la giornalista assassinata il 7 ottobre 2006 a Mosca, ndr.)».
Il paesaggio segreto
Si mettono così in fila i disegni e i progetti di Igort, che dei suoi quaderni scriveva: «cercato un tono che lasciasse trasparire umanità e rispetto, dato che il racconto delle persone in carne e ossa che ho incontrato durante i suoi soggiorni nell’ex URSS era importante, mi pareva, di per sé. È un libro partecipe che inevitabilmente finisce per cercare di rispondere, sulla base dell’esperienza quotidiana di quei mille invisibili protagonisti della storia che sono gli uomini e le donne comuni, alla domanda: a vent’anni dalla caduta del Muro cosa resta di questa feroce epopea fatta di grandi speranze e di immani tragedie collettive?». Restano le sofferenze, ci viene da dire; i media nazionali e internazionali continuano a riportare notizie di guerra, che sembra non voler finire.
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