Azzarinu (accendino), macadaru (riunione), nguantera (vassoio) o sbiu (passatempo) sono soltanto alcune delle parole di “Adotta una parola siciliana”, la nuova proposta della Cademia Siciliana per tornare a scoprire il dialetto siculo.
La Cademia Sicilia ha lanciato, infatti, una nuova iniziativa “Adotta una parola siciliana” per riscoprire le parole del dialetto siciliano passate di moda e tramandarne così il significato e le origini. Una rubrica che permette a tutti gli utenti di fare i conti con la propria conoscenza della lingua siciliana e mettersi alla prova in modo divertente.
«Adottare una parola – scrive la Cademia Siciliana – significa prendere una parola che rischia di scomparire, e riprendere ad usarla e diffonderla per ridarle vitalità.»
Adotta un parola siciliana
“Adotta una parola siciliana” è solo l’ultimo dei progetti portati avanti dalla Cademia Siciliana, organizzazione senza scopo di lucro fondata alla fine del 2016. È composta un gruppo di studenti e ricercatori che si avvalgono della consulenza di diversi docenti universitari.
L’obiettivo è di portare avanti un’attenta e coscienziosa pianificazione linguistica, il cui focus principale riguarda la standardizzazione ortografica. Attraverso la ricerca, l’educazione e l’attivismo in, su e per la lingua siciliana.
Tra gli altri progetti:
- Mmasciatura dâ lingua siciliana: rivolto a qualunque organizzazione, commerciale e non, che desideri impegnarsi nella promozione e nella valorizzazione del patrimonio linguistico della Sicilia.
- Nzignàmuni u sicilianu: per imparare il dialetto, attraverso video, storie e canzoni.
- Lu Curreri di l’UNESCO: da ottobre 2018, Cademia Siciliana partecipa alla diffusione di “The UNESCO Courier”, fondato da Sandy Koffler e definito come “un elemento chiave dell’identità dell’UNESCO”, attraverso una versione locale in lingua siciliana.
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