Fondi del Comune di Brolo, destinati a varie opere pubbliche, sarebbero stati invece utilizzati per pagamenti di altra natura, ad associazioni e fornitori.
Sono 79 i capi di imputazione formulati dai sostituti procuratori di Patti Francesca Bonanzinga e Maria Milia nell’avviso di chiusura indagini dell’inchiesta sui Mutui Fantasma che un anno fa aveva portato all’emissione di 10 provvedimenti cautelari, di cui uno in carcere e sette ai domiciliari.
Quella che è emerso è una struttura piramidale con, al vertice, l’ex sindaco Salvo Messina. La struttura si basava sulla capillare organizzazione dell’allora capo dell’ufficio ragioneria, Carmelo Arasi, con l’aiuto di tre contrattiste, Antonella Campo, Santa Caranna e Giuseppina Di Leo.
Tra il 2008 ed il 2013, avrebbero “distratto” dei fondi, destinati ad altro, per dispensarli ad amministratori, dipendenti amici e presidenti di società sportive che operavano nel comune brolese.
L’ex sindaco di Brolo ed attuale deputato regionale di Pd, Giuseppe Laccoto, è nell’elenco dei 31 indagati. Gli altri sono: Carmelo Arasi, Rossella Arasi, Antonella Campo, Santa Caranna, Rosa Castrovinci, Giuseppina Di Leo, Carmelo Gentile, Elena Rosa Lo Vercio, Costantino Maniaci, Mario Messina, Salvatore Messina, Francesca Mondello, Enza Rifici, Giovanni Scaffidi Mangialardo, Antonino Masi, Antonino Giuffrè, Vittorio Astone, Giuseppe Indaimo, Rosa Gatto, Tina Gatto, Dario Presti, Giuseppe Caranna, Domenico Caranna, Carmela Caliò, Giovanna Princiotta, Giuseppe Laccoto, Nunziatina Maria Faustino, Maria Ricciardello, Vincenzo Di Luca Lutupitto, Giuseppe Letizia e Paola Romano.
Per Messina, Arasi, Campo, Caranna e Di Leo, l’ipotesi di reato è associazione per delinquere. Per tutti gli altri le accuse variano da truffa a falso, da peculato ad abuso d’ufficio sino alla dichiarazione infedele.
Il deputato Laccoto, che fece parte della prima giunta guidata da Salvo Messina, dovrà rispondere di falso ideologico ed abuso d’ufficio riguardo un concorso comunale per il quale sarebbe stato procurato un vantaggio al vincitore con cambio di inquadramento e ulteriore aumento dello stipendio.
Dalle indagini sarebbe emerso un sistema collaudato: in pratica la tecnica era quella di ottenere dalla Cassa Depositi e Prestiti soldi per opere pubbliche esistenti solo sulla carta. Tutti i passaggi per dimostrarne la realizzazione sarebbero stati falsificati dall’ufficio del ragioniere Arasi.
Poi sarebbero stati elargiti mandati di pagamento per gli stessi dipendenti, per amministratori, per il Sindaco e per tutta una serie di società sportive (alcune di parenti del primo cittadino).
“Ripongo – dice Laccoto – la massima fiducia nell’operato della magistratura, mettendomi immediatamente a sua disposizione. Evidenzio da subito, comunque, che basta leggere con attenzione il provvedimento per rilevare che la mia persona e’ assolutamente estranea a qualsiasi ipotesi di reato che si possa collegare con mutui, mandati di pagamento e maneggi di denaro in genere. Sono chiamato in causa come componente della Giunta Municipale, nel 2009, solo per aver approvato la procedura concorsuale relativa alla progressione verticale per la copertura di un posto di istruttore amministrativo. Una semplice presa d’atto che ogni giunta compie come atto politico e non come organo di gestione. Chiedero’ immediatamente di essere sentito”.
Non tardano ad arrivare i commenti politici.
“Un tentativo politico-mafioso di affossare la città di Brolo, usandola come epicentro di un malaffare che passa da imbrogli e sperpero di denaro pubblico. Di questo si è trattato”, così il deputato regionale, Nino Germanà, commenta la vicenda.
“Hanno fatto i loro porci comodi – attacca Germanà -, inventando appalti mai concretizzatisi per lavori pubblici che non sono mai neanche stati cantierati, il tutto alimentando un malaffare senza precedenti, nel comune nebroideo. Un comune che sta cercando di rimettersi in piedi dopo essere stato ridotto nelle peggiori condizioni debitorie possibili”.
“Oggi chiedo alle più alte cariche dello Stato di interessarsi ed impegnarsi in prima linea perché un’amministrazione virtuosa come quella oggi al timone dell’Ente non sia lasciata sola in questa delicata e importantissima operazione di recupero economico ed etico della città”.
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