Nove mesi di indagini hanno portato la Guardia di Finanza di Patti a scoprire, attraverso due diverse operazioni, una truffa ai danni dell’I.N.P.S. per oltre 400mila euro, messa in atto da due aziende agricole del comprensorio dei Nebrodi. Le fiamme Gialle, hanno smascherato 191 falsi braccianti e individuato 26mila giornate lavorative mai effettivamente svolte.
I due titolari delle ditte individuali, C.G. di 67 anni e F.N. di 36 anni, rispettivamente di San Pier Niceto e Raccuja, in concorso con i 191 falsi braccianti agricoli, sono stati denunciati perché ritenuti, a vario titolo, responsabili del reato di induzione al falso del pubblico ufficiale e truffa ai danni degli enti previdenziali. Sono stati sequestrati, inoltre, 30 ettari di terreni, nei comuni di S. Angelo di Brolo e Librizzi, per un valore di 300mila euro.
Nella prima operazione, la Guardia di Finanza si è concentrata su un’azienda agricola dei settori olivicolo e della frutta a guscio, che operava a Ficarra, Gioiosa Marea, Librizzi e S. Angelo di Brolo, per accertarne la reale operatività. Ma dopo approfonditi accertamenti, i Militari hanno scoperto l’insussistenza di numerosi rapporti di lavoro che il titolare dell’azienda aveva dichiarato nei confronti di 100 braccianti dipendenti.
Nel corso dei controlli, inoltre, è emerso che undici di queste persone erano state assunte, in un periodo differente, anche da un’altra azienda agricola che operava nella stessa zona e nello stesso settore. Pertanto, gli accertamenti sono stati estesi anche a questa seconda ditta individuale, dove sono stati individuati ulteriori 91 lavoratori agricoli assunti con le medesime modalità.
In pratica si trattava di rapporti di lavoro a tempo determinato, instaurati solo sulla carta, ma mai effettivamente realizzati, o quantomeno solo in parte, rispetto alle giornate lavorative che venivano dichiarate.
La truffa consisteva, dunque, nel creare aziende senza alcuna struttura organizzativa, né capacità economiche tali da giustificare l’assunzione di numeri così elevati di dipendenti, presentando all’I.N.P.S. denunce aziendali contenenti dati non veritieri come, ad esempio, disponibilità di terreni superiori a quelle effettive. Nell’arco temporale oggetto d’indagine, ovvero gli anni 2013 e 2014, in terreni di Gioiosa Marea, Librizzi, Ficarra, S. Angelo di Brolo e Sinagra, le ditte in questione avevano documentato un fabbisogno di lavoro molto superiore rispetto a quello effettivamente necessario, quantificato complessivamente in 26mila giornate lavorative fittizie.
Le due aziende, facendo risultare avviati al lavoro i rispettivi braccianti agricoli e presentando le dichiarazioni trimestrali di manodopera agricola, hanno indotto in errore gli enti previdenziali e assistenziali sull’entità globale e l’attribuzione individuale delle giornate lavorative che sarebbero state impiegate, assicurando ai lavoratori un ingiusto profitto, pari alle somme di denaro dovute dall’I.N.P.S. a titolo di indennità per disoccupazione, prestazioni per malattie e maternità, assegni familiari e contribuzioni pensionistiche, causando un danno economico per oltre 400mila euro.
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