L’incredibile responsabilità che un cittadino imputa alla carenza d’acqua che affligge Messina, e, di conseguenza, all’Amam, supera di gran lunga la fantasia.
Un residente del Quartiere Lombardo, quartiere come noto a secco da più tempo degli altri, attribuisce alla carenza idrica il furto del proprio scooter.
L’uomo, secondo quanto raccontato, con i rubinetti a secco da giorni, aveva deciso di traferirrsi a casa della suocera che invece, più fortunata di lui, godeva del prezioso liquido.
Ma, a suo dire, la perdurata assenza da casa, ha causato il furto dello scooter che teneva parcheggiato in un cortiletto interno di sua pertinenza.
Lui, che non mancava mai da casa, che non andava mai in vacanza, è stato “fregato” dall’interruzione della condotta del Fiumefreddo.
La permanenza a casa della suocera si è prolungata più del previsto per i continui guasti, e l’uomo ha pagato a caro prezzo il “lusso” di una doccia.
Ora vuol fare causa all’Amam, al Comune e a tutti quelli che possono avere avuto un ruolo, non attivo, nel furto dello scooter.
I cittadini sono esasperati, provati come mai dalla mancanza di acqua. Ma le rivendicazioni che si profilano rischiano di diventare grottesche.
Qualcuno potrebbe imputare all’Amam la separazione dalla moglie, colpevole di puzzare per mancanza di doccia. Qualcuno l’esaurimento nervoso per la lunga permanenza coi parenti allacciati alla condotta da cui l’acqua arriva. Qualcuno potrebbe pensare di far causa al Comune per la tendinite causata dal trasporto bidoni, o per lo stress da “secchio sempre pieno in bagno”.
Di fatto i cittadini sono stanchi, e la fine di tutto questo ancora non si profila all’orizzonte.
(1840)