Utenze lievitate del 300%, bar e ristoranti di Messina mettono le “Bollette in vetrina”

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Le imprese di Messina – bar e ristoranti, ma non solo – aderiscono all’iniziativa nazionale di Fipe Confcommercio e si preparano a mettere letteralmente le “Bollette in vetrina” per protestare contro il caro-bollette e per mostrare quanto l’aumento del costo di luce e gas stia influendo sulla loro attività. Picciotto: «Siamo al collasso».

Utenze aumentate anche fino al 300% con bollette che in molti casi sfiorano di 2mila euro al mese, anche per gli esercizi commerciali più piccoli. Questa la situazione evidenziata dal presidente di Fipe Confcommercio, Carmelo Picciotto, che annuncia l’adesione di Messina all’iniziativa nazionale “Bollette in vetrina”. Nei prossimi giorni, spiega, i gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio riceveranno una cornice da appendere nei propri locali, per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica.

Perché questa iniziativa? Per mostrare ai clienti dei pubblici esercizi quanto il caro-bollette li stia danneggiando: «Fino a questo momento – spiega Carmelo Picciotto – i pubblici esercizi messinesi hanno cercato di ammortizzare i costi extra senza scaricarli sulla clientela. Oggi però il sistema non è più sostenibile. Siamo al collasso, con bollette che in molti casi sforano i duemila euro al mese, anche per esercizi piuttosto piccoli».

«È necessario – aggiunge – che i cittadini conoscano lo sforzo sovrumano che le piccole imprese hanno fin qui sostenuto e che comprendano il perché tale sforzo non è più sostenibile. Bisogna immediatamente correre ai ripari, per questo ci uniamo al grido dall’allarme della Federazione Nazionale perché venga immediatamente esteso il credito di imposta anche alle imprese non energivore e non gasivore per coprire gli aumenti e venga concessa la possibilità di rateizzare le bollette».

«Senza correttivi – conclude il presidente di Fipe Messina, Carmelo Picciotto – le aziende saranno costrette a scaricare sulla clientela i costi di gestione con il conseguente aumento dei prezzi».

 

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