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Una via ai costruttori di pace a Messina. Principato: «Il nulla trionfa ancora»

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Secondo Nino Principato, intitolare una via ai costruttori di pace, giustizia e non violenza, come appena fatto dal Consiglio Comunale, è una «banalità da paesotto di provincia». L’architetto, componente del CdA del Teatro Vittorio Emanuele e volto noto a Messina, punta il dito contro i consiglieri, a partire da Salvatore Sorbello, e propone un’alternativa.

«Non si sa se ridere o se piangere – commenta Principato una volta appresa la notizia – , magari tutti e due. Una mozione d’indirizzo allora promossa dall’ideologo tibetano Accorinti che, grazie al solito Salvatore Sorbello è andata in votazione è passata». Il consigliere, chiarisce l’architetto, si è schierato contro la proposta di Nino Interdonato (Sicilia Futura) di discutere la delibera in un secondo momento e così l’Aula ha deciso di votare.

Immediata e “colorita” la replica di Salvatore Sorbello: «Principato, la tua è grettezza mentale. Dimettiti! Tanto vi mandiamo a casa – ha scritto su Facebook. Ci fai sapere stavolta con chi ti schieri che canciasti chiu sindaci da Regina Elisabetta».

La controproposta di Nino Principato

L’architetto Nino Principato, quindi, critica aspramente la decisione del Consiglio Comunale (che a pochi giorni dalla votazione del Cambio di Passo ha rispolverato una mozione presentata inizialmente da Accorinti): «Rischieremo – ha scritto – di avere un’inutile via di una banalità da paesotto di provincia, una targa di marmo che si aggiungerà alle tante sconclusionate che ci sono in Italia sulla falsariga di un luogo comune parolaio e basta». Ma non si ferma qui.

La poetessa messinese Eplide

Al di là della critica, Nino Principato lancia una controproposta, secondo lui più adatta alla città e di maggior valore da un punto di vista storico: «Fra i mille toponimi che potevano essere proposti per la via – scrive –, ce n’è uno che avrebbe finalmente reso giustizia ad un grande personaggio e alla sua città: Elpide. Nota anche come Elphe o Elpis (Messina, V secolo d.C. – Roma, 504), fu una poetessa messinese prima moglie di Severino Boezio».

elpide, poetessa messinese«Elpide – spiega Principato – è passata alla storia per la grande cultura profusa nelle sue poesie e per gli inni sacri in latino da lei composti fra i quali quelli in onore degli apostoli Pietro e Paolo, ancora oggi utilizzati dalla Chiesa cattolica in particolari celebrazioni che prevedono l’uso del latino (il “Felix per omnes festum mundi cardines” e l'”Aurea Lux et decore roseo”). Altro inno è “Roma nobilis”».

«Nell’aula dell’antico Palazzo del Senato messinese – ricorda infine – si conservò, fino al 1678, l’immagine di questa illustre messinese scolpita in tavola di marmo a Palermo, oggi esposta al Museo Regionale. Fu sepolta in Pavia insieme al marito nella Chiesa di S.Pietro in ciel d’oro dove ivi si trova un epitaffio latino che si vuole scritto da lei stessa. In quella stessa chiesa si trovano anche le spoglie del famoso filosofo e teologo S. Agostino».

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  1. Invece invitare i neomelodici al Palacultura con tanto di vendita di panino col salame, birra e rutto libero? Quello era un evento da grande città?

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