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Traghettamento treni sullo Stretto, Siracusano: «Sicilia e Calabria condannate al medioevo»

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Cinque mesi fa il Ministro Enrico Giovannini aveva annunciato una riduzione di un’ora dei tempi di traghettamento dei treni sullo Stretto, ma ancora i locomotori elettrici che avrebbero dovuto renderlo possibile non sono arrivati. A dirlo è la parlamentare di Forza Italia, Matilde Siracusano, che tira per la giacchetta l’esponente del Governo Draghi, annuncia un’interrogazione e rilancia: «In qualsiasi altra parte del mondo avrebbero costruito un ponte, da noi invece si pontifica e si condannano Sicilia e Calabria al medioevo».

Di cosa stiamo parlando? In occasione dell’inaugurazione della nave Iginia delle Ferrovie dello Stato a Messina, ricorda Matilde Siracusano, il Ministro alle Infrastrutture e alla mobilità sostenibili aveva annunciato l’arrivo entro l’estate di locomotori elettrici che avrebbero reso possibile accorciare di un’ora i tempi del traghettamento dei treni sullo Stretto. Ad oggi, lunedì 18 luglio, però, nessuna traccia. La dichiarazione di Giovannini, sottolinea Siracusano «ci aveva lasciato alquanto perplessi, non per pessimismo cosmico, ma perché conosciamo in modo approfondito le problematicità delle operazioni di imbarco dei treni e le carenze infrastrutturali delle stazioni marittime di Villa San Giovanni e di Messina».

«E difatti – prosegue Matilde Siracusano –, sono passati quasi 5 mesi, i locomotori elettrici non sono mai arrivati (“sono in fase di sperimentazione”, la giustificazione), e non si è notato alcun cambiamento, anzi in questi giorni di pre esodo estivo i tempi, se possibile, si sono addirittura allungati. Trenitalia, intanto, fa sapere che sta lavorando “per ridurre i tempi del traghettamento e per garantire una sempre maggiore affidabilità del servizio’” Chissà quando».

«Nel frattempo – conclude la Deputata di Forza Italia – i disagi continuano, e i cittadini calabresi, siciliani e le centinaia di migliaia di turisti che arriveranno nell’isola, saranno costretti ad una vera e propria via Crucis per potersi spostare in treno da una parte all’altra dello Stretto. Per questi motivi sto per depositare alla Camera dei deputati un’interrogazione al ministro Giovannini, affinché chiarisca la vicenda e dia conto dei suoi annunci rimasti lettera morta. È surreale che nel 2022 si debba ancora discutere di come attraversare un tratto di mare di 3 km. In qualsiasi altra parte del mondo avrebbero costruito un ponte, da noi invece si pontifica e si condannano Sicilia e Calabria al medioevo».

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