Consentire a chi non ha reddito di saldare i debiti col Comune di Messina attraverso il baratto amministrativo: è questo l’obiettivo della Giunta De Luca che nelle scorse ore ha definito i termini del quesito da inviare alla Corte dei Conti per verificare la validità dell’iniziativa.
In sostanza, l’idea è quella di dare a chi non ha reddito la possibilità di saldare eventuali debiti accumulati con Palazzo Zanca attraverso la partecipazione a borse lavoro o ad altre iniziative di assistenza sociale. Dalle somme che i partecipanti dovrebbero ricevere, il Comune ne detrarrebbe una parte.
In questo modo, sottolinea Cateno De Luca, «il Comune non solo eviterebbe un ulteriore indebitamento da parte di questi soggetti, ma recupererebbe i crediti dei precedenti esercizi, che non possono essere estinti con il ricorso al baratto amministrativo che riguarda solo i tributi futuri».
Ma ieri, con il Segretario Generale Rossana Carrubba, l’assessore Dafne Musolino e l’esperto dott. Federico Basile, il Sindaco di Messina ha discusso di introdurre un’altra misura utile a combattere l’evasione fiscale: «Una ulteriore misura che di certo introdurremo – ha spiegato –, uniformandoci alle nuove disposizioni in materia, è quella che prevede che chiunque vanta un rapporto con il Comune di Messina dovrà essere in regola con i tributi locali, attribuendo espressamente il potere al Comune di trattenere sulle somme da erogare la parte necessaria ad estinguere i debiti dovuti per il mancato pagamento dei tributi comunali. Perciò sia il dipendente del Comune che il consigliere comunale o di circoscrizione riceveranno una trattenuta nella loro busta paga (o nella indennità erogata) fino alla estinzione delle somme dovute».
Infine, si prevede di contrastare ulteriormente l’evasione pretendendo la stessa regolarità anche da chi richiede autorizzazioni, licenze, permessi o altri provvedimenti. Chi non risulterà in regola con le tasse non potrà accedere a niente di tutto questo.
«Queste – conclude De Luca – sono misure concrete e di immediata attuazione che consentiranno di debellare la piaga sociale della evasione fiscale e tributaria, che talvolta è dovuta a condizioni di disagio economico, ma in molte altre occasioni è causata da un totale menefreghismo verso il proprio dovere di cittadino, che è quello di concorrere alla spesa pubblica in misura proporzionale alle proprie risorse».
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