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Sicilia. Ritrovati i resti di un bombardiere americano della Seconda guerra mondiale

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78 anni fa avveniva lo sbarco alleato in Sicilia, un fatto storico che avrebbe dato inizio al lungo processo di liberazione dell’Italia dal controllo nazifascista durante la Seconda guerra mondiale. Ieri, un nuovo ritrovamento legato a quegli eventi è stato effettuato nei pressi di Sciacca, dove i resti di un bombardiere americano B-25 Mitchell, lo stesso modello di bombardiere che venne utilizzato dall’aviazione statunitense durante il bombardamento di Tokyo del 1942, sono stati rinvenuti insieme a quelli di cinque dei sei membri dell’equipaggio.

Una trentina di soldati americani, insieme all’archeologo Clive Vella, hanno scavato per più di un mese e mezzo nel punto dove è avvenuto il ritrovamento, prima di rientrare negli Stati Uniti nella giornata di lunedì 20 dicembre, a conclusione della missione siciliana del Defense POW/MIA Accounting, l’agenzia del Dipartimento americano della Difesa (DoD) destinata al ricordo e alla ricerca dei prigionieri e ai caduti di tutte le guerre.

Dopo la scoperta, adesso i dati reperiti dal DoD verranno trasmessi nei laboratori del Defense POW/MIA Accounting, che si trovano a Omaha, in Nebraska. Qui, gli scienziati americani confronteranno il DNA degli avieri con quello dei parenti ancora in vita, a 4 anni dall’inizio delle ricerche.

Il velivolo abbattuto era scomparso il 10 luglio 1943, il giorno dopo lo sbarco alleato in Sicilia. L’aereo era partito dalla Tunisia e stava per atterrare all’aeroporto “fantasma” di Sciacca, prima di perire per mano della contraerea tedesca.

Lo sbarco alleato e i caduti in Sicilia durante la Seconda guerra mondiale

L’Operazione Husky ebbe inizio il 9 luglio 1943, quando le divisioni americane, sotto il comando del generale Patton, sbarcarono nelle spiagge tra Gela e Licata, insieme ai britannici, guidati dal generale Montgomery, che si concentrarono invece sull’estremo meridionale, arrivando a Portopalo di Capo Passero e Marzamemi.

L’invasione alleata della Sicilia fu, insieme allo sbarco in Normandia, uno dei punti di svolta della Seconda guerra mondiale e la prima delle prime operazioni dell’esercito USA in Italia, con l’apertura di un fronte a sud dopo la decisiva vittoria alleata in Tunisia nella primavera del ’43.

Il bilancio dei morti fu di circa 3.000 soldati americani, la cui quasi totalità è sepolta nel cimitero americano di Nettuno, a Roma, dove riposano anche le altre 4.000 vittime degli sbarchi ad Anzio e Salerno. Lo scorso ottobre, undici salme, di cui tre dello sbarco in Sicilia, sono state disseppellite dagli esperti dell’American Battle Monuments Commission.

Ogni anno dal 1979, il terzo venerdì di settembre negli Stati Uniti si celebra il POW/MIA Recognition Day, il giorno dedicato ai prigionieri e ai caduti in guerra, oltre, naturalmente, al Memorial Day, ogni ultimo lunedì di maggio, in ricordo e onore dei caduti di tutte le guerre.

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