Sei firme per il “decalogo per la Falce”. Su Accorinti: “Più coerenza e meno passerella”

Pubblicato il alle

10' min di lettura

Quattro associazioni e due consiglieri (comunale e circoscrizionale) insieme per la zona falcata. Il giorno dopo l’adunata politico-universitaria organizzata dal rettore Navarra per ‘pungolare’ interventi di riqualificazione della cosidetta ‘falce’ di Messina, un dettagliato documento, con sei firmatari, elenca passati e nuovi rimedi all’attuale degrado della zona falcata,rimarcando la necessaria destinazione a luogo in cui, contro ogni tentativo di industrializzazione, si punti alla realizzazione di strutture turistiche e ricettive, nel pieno rispetto del territorio e dell’ambiente.

Questo il documento:

“Giorgio Almirante diceva che “quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria”.
Ebbene, per gli intestati Movimenti la verità è oggi fiorita – e con essa una significativa vittoria per la Città – addirittura in una duplice direzione.
1) La prima delle due vittorie discende dal fatto che le numerose Istituzioni riunitesi stamani al Rettorato dell’Università degli Studi di Messina sembrerebbero aver tutte finalmente convenuto sulla necessità di dare nuovo slancio all’azione di riqualificazione della porzione di territorio cittadino comunemente nota come “Zona Falcata”, e soprattutto di farlo in un’ottica rigorosamente ecosostenibile e di valorizzazione culturale.
Sembrerebbe, in particolare, che la Regione Siciliana sia riuscita a chiarire le contraddizioni – endemiche e tutte emerse al suo interno – che avevano caratterizzato la vita amministrativa degli ultimi vent’anni, e che sia così definitivamente prevalsa – anche grazie all’intervento degli esponenti messinesi della Giunta Crocetta, Vermiglio e Croce, ai quali va pertanto la nostra fiducia ma non una cambiale in bianco – la linea dell’Assessorato dei Beni Culturali rispetto a quella dell’Assessorato all’Industria.
Ma non solo.
Lo storico conflitto di competenze insorto sull’area della Falce tra Stato e Regione ­potrebbe anch’esso vedere “la luce in fondo al tunnel” per effetto dell’annuncio di voler recuperare dalle secche in cui era piombato il Piano Regolatore del Porto, varato nell’ormai lontano 2008 dall’Autorità Portuale di Messina.
Non ci piace dire “l’avevamo detto”, ma sembrerebbe in definitiva che tutto ciò che fin dal 2009 avevamo iniziato a declinare (sotto forma di passeggiate, sit-in, tavoli tecnici, documenti di protesta, approfondimenti legali, calendari tematici, e numerose ulteriori iniziative di sensibilizzazione e pubblicizzazione), e cioè che Arte, Cultura e Bellezza opportunamente coniugate possono rappresentare il futuro di Messina, si stia progressivamente avverando.
In particolare, ritorna con straordinaria attualità il contenuto di quello che ancora oggi campeggia sul sito internet del network “ZDA-Zona d’Arte Zona Falcata”, e che avevamo definito il “decalogo per la Falce”:
“1. ZDA promuove l’idea che il Futuro di Messina passi dal recupero e dalla riqualificazione della Zona Falcata.
2. ZDA vuole che la gioventù futura possa perseguire la propria Idea di sviluppo della Città senza dovere ancora subire scelte e logiche obsolete e fallimentari.
3. ZDA vuole che vengano realizzate nella Falce strutture piccolo recettive (alberghi, bed & breakfast, ostelli della gioventù), ristoranti, bar, terminal croceristico, porticcioli turistici, un grande parco urbano, un acquario, il CDAC (Centro di documentazione d’Arte contemporanea) etc … il tutto nel pieno e totale rispetto del territorio e dell’ambiente.
4. ZDA vuole salvaguardare l’attività cantieristica esistente nella Falce ed integrarla in un nuovo piano di sviluppo sociale ed urbano.
5. ZDA non vuole una miope industrializzazione della Zona Falcata, né la realizzazione del “Punto Franco” nella Falce: obiettivi questi – ad oggi – perseguiti e non raggiunti dall’inutile Ente Autonomo Portuale di Messina, istituito nel 1953!
6. ZDA non vuole attività di “bunkeraggio” nella Falce ed è contraria ad ogni forma di compromesso con attività inquinanti.
7. ZDA vuole l’approvazione del Piano Regolatore Portuale condiviso da tutti!
8. ZDA vuole promuovere l’Arte e la Bellezza come motore di SVILUPPO, nel segno dell’esperienza positiva di altre Città europee e mediterranee (Barcelona, Bilbao, Genova etc).
9. ZDA ritiene che le grandi riqualificazioni urbane abbiano sempre rilanciato l’economia di un intero territorio.
10. ZDA immagina la Zona Falcata come luogo delle opportunità, caratterizzato da una vivibilità urbana che permetta alla Falce di assecondare la sua vocazione naturale il turismo!”.
Alcuni dei predetti temi richiedono ovviamente un aggiornamento ai nostri giorni.
In particolare:
a) le procedure per la demolizione e la bonifica dell’Inceneritore comunale sono giunte (contenzioso permettendo) alla fase terminale, ma stante soprattutto la complessità delle attività di smaltimento delle scorie persiste il fondato dubbio che le risorse attualmente stanziate per questo obiettivo siano ampiamente insufficienti;
b) l’Ente Autonomo Portuale è ancora vivo e vegeto nonostante il conclamato fallimento della datata mission di realizzare il c.d. Punto Franco e nonostante l’infinito commissariamento che lo contraddistingue, e con esso gli sprechi di un vero e proprio carrozzone duro a morire forse anche per le appetibili consulenze che continua a dispensare;
c) non è stato dato il necessario impulso, innanzitutto politico, per addivenire allo spostamento dell’Autocentro della Polizia di Stato;
­d) occorre infine perseguire con maggior forza il coinvolgimento nel disegno unitario della Marina Militare e dell’Istituto Talassografico, per la definitiva valorizzazione dei beni culturali e naturalistici gestiti da queste autorità.
E’ per tutte queste ragioni che noi, che con il Prof. Franz Riccobono e con centinaia di studenti di scuola e di liberi cittadini ci rechiamo per visitare la Falce almeno sei volte l’anno, così cercando di far accrescere la consapevolezza che dalla zona falcata deve partire la rinascita della Città, non accetteremo passivamente di assistere alla passerella del terzo Governo regionale in quindici anni, ma piuttosto pretendiamo di sapere se davvero, una volta per tutte, esiste un impegno concreto per riqualificare quello che potrebbe essere il fiore all’occhiello del Mediterraneo e, perché no, d’Europa.
2) La seconda vittoria può essere collegata al fatto che quella che da circa un decennio era stata una battaglia (la liberazione della Zona Falcata) condotta in solitaria dai sottoscritti e da pochi altri messinesi sta ora diventando patrimonio concettuale di altre associazioni cittadine.
Non si può tuttavia non rilevare come le iniziative recentemente condotte dalle predette associazioni, volte in particolare a rivendicare la restituzione del “mare negato”, malcelino una evidentissima contraddizione: a protestare in piazza stamani, in piazza del Rettorato, c’erano i movimenti che ufficialmente sostengono l’Amministrazione comunale in carica, mentre il Sindaco di Messina Renato Accorinti era seduto in prima fila nell’Aula Magna dell’Ateneo, per l’ennesima passerella a cui lo stesso ci ha ormai abituati e che propugnava per la Falce una ricetta a dir poco paradossale: interventi naturalistici coniugati … al Punto Franco (e, quindi, alle colate di cemento dei suoi capannoni?!).
Ma il punto dolente della questione è che se proprio si deve andare alla ricerca di un colpevole per l’immobilismo degli ultimi anni, non c’è che da guardarsi allo specchio!
L’isolamento in cui si sta “auto-confinando” il Comune di Messina – che, da un lato, erroneamente bolla le iniziative progettuali dell’Autorità Portuale come “un tentativo di nuova cementificazione” e, dall’altro, ingenerosamente interpreta la meritoria opera di tutela e di salvaguardia delle bellezze culturali della Falce per opera della Marina Militare come “un atto di chiusura al territorio” – è a dir poco preoccupante.
Da quando si è insediata l’attuale Amministrazione, infatti, il Comune di Messina non ha fatto assolutamente nulla per favorire l’avvio del processo di liberazione della c.d. Zona Falcata.
Anzi!
I contenziosi ancora oggi pendenti tra Autorità Portuale di Messina ed Ente Autonomo Portuale di Messina, che finalmente sembravano aver trovato una composizione all’indomani della sottoscrizione dell’accordo interistituzionale dell’aprile 2014 (presente, con tanto di sorrisi e foto di rito, proprio il Sindaco di Messina!), sono stati di recente aggravati e resi più contorti dalla opposta e inopinata scelta di formalizzare la costituzione nel giudizio dinanzi alla Corte di Appello di Messina proprio del Comune.
Dall’Assessore Sebastiano Pino abbiamo appreso che le ragioni di una simile strategia processuale risiederebbero nell’esigenza di far valere “una questione di principio”, ovverosia quella di far affermare la proprietà comunale delle aree contese tra demanio statale e demanio regionale.
Ma, ci domandiamo, che senso ha attendere la definizione di un contenzioso lungo e dall’esito incerto per eventualmente poi ripartire da zero, quando esiste la disponibilità immediata dell’Autorità Portuale di Messina (che fortunatamente, nonostante venga costantemente bistrattata e a più riprese definita come una aggregazione di burocrati rinchiusi nella torre d’avorio, continua a “porgere l’altra guancia”) ad investire a favore della Città le proprie risorse se solo si chiarissero una volta per tutte i conflitti di competenze in essere.
E invece no, si continua ripetutamente a sprecare le opportunità che si presentano in nome di una battaglia di stampo puramente ideologico (l’ennesima di questa Amministrazione comunale!), e nel frattempo il “tesoretto” dell’Authority messinese, e con sé la preziosa attività di pianificazione contenuta nel Piano Regolatore del Porto – fino ad oggi, con le dichiarazioni del Presidente De Simone, messi a disposizione della Città – vengono messi seriamente a rischio dalla funesta riforma dei Porti italiani, che renderà Messina vera e propria succursale di Gioia Tauro.
Gli intestati Movimenti, come avviene da ormai sette anni a questa parte, continueranno incessantemente a vigilare e a fungere da pungolo nei confronti di chiunque frapporrà la propria ingiustificata inerzia al processo di rilancio di questa importantissima porzione di territorio”.
Ferdinando Croce (Presidente Movimento “Vento dello Stretto”)

Marina Trimarchi (Responsabile network “ZDA – Zona D’Arte Zona Falcata”)

Piero Gatto (Responsabile Cittadino “Fare Verde Onlus-Gruppo Messina”)

Piero Adamo (Consigliere Comunale di Messina)

Daniele Travisano (Consigliere IV Circoscrizione del Comune di Messina)

Francesco Rizzo (Movimento “Diventerà Bellissima”)

(279)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.