La ricerca che ha assegnato a Messina un triste primato — legato a vicende ormai abbastanza note — è quella di un ricercatore dell’Università di Chicago — quello che si potrebbe definire il classico cervello in fuga — Stefano Alessina, 35 anni, originario di Carpi, che in uno studio — “Measuring Nepotism: the Case of Italian Academia” — ha incrociato i cognomi, presenti nell’archivio elettronico del Ministero dell’Istruzione — circa 61 mila nomi di professori e ricercatori —, che ricorrono più frequentemente negli atenei italiani, al fine di analizzare il fenomeno del “nepotismo” all’interno delle università. Che le parentele fossero di casa nell’Ateneo messinese era ormai cosa nota ma vedere Messina così in alto in una classifica di demerito nazionale fa un certo effetto. Infatti, il nostro Ateneo è risultato essere all’8º posto su 84 università, prese in esame, per nepotismo. Ai primi posti della classifica si attestano Bari, Sassari, Cagliari, Napoli, Catania ed Enna. Insomma, un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno.
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