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Ponte sullo Stretto: i sindaci di Messina e Villa non parteciperanno alle riunioni della Società

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I sindaci di Messina e Villa San Giovanni non parteciperanno alle riunioni del Consiglio d’Amministrazione della Società “Stretto di Messina Spa”. La decisione ieri in Commissione, dove è stato bocciato l’emendamento al Decreto Ponte proposto dal deputato messinese di “Sud chiama Nord”, Francesco Gallo: «Fatto molto negativo, ripresenteremo l’emendamento in aula cercando di far capire al governo che si tratta solamente di una scelta di buon senso».

Nei giorni scorsi il parlamentare messinese Francesco Gallo ha presentato un emendamento al Decreto Ponte, all’esame in Commissione congiunta Ambiente e Trasporti, con l’obiettivo di far partecipare i sindaci di Messina e Villa San Giovanni alle riunioni della società “Stretto di Messina Spa”. L’ipotesi è però stata bocciata.

A commentare, Francesco Gallo: «La decisione di bocciare il nostro emendamento – scrive in una nota – sulla partecipazione dei sindaci di Messina e Villa San Giovanni ai lavori del Consiglio di Amministrazione ‘Società Ponte sullo Stretto’ è un fatto molto negativo. Mi auguro che il Governo ci ripensi, perché pensare di costruire un’opera di quelle dimensioni ed impatto tenendo all’oscuro le istituzioni dei territori interessati non è indice di buon senso».

«Non ci stancheremo di ripetere – prosegue – come il decreto legge all’esame della Camera non è un decreto per fare il Ponte di Messina ma serve esclusivamente a riesumare la società “Ponte sullo Stretto” che era stata messa in liquidazione.  Non siamo neanche alla dichiarazione d’intenti e i messinesi sono giustamente diffidenti di chi, per decenni, ha fatto promesse rimaste tutte sulla carta».

«Vorrei sommessamente ricordare – conclude l’esponente di Sud chiama Nord – come per la costruzione del nuovo ponte Morandi a Genova il sindaco della città venne, come era giusto, nominato commissario dal Governo. Qui chiediamo semplicemente d’invitare i sindaci alle riunioni del consiglio di amministrazione e si adduce come motivazione di non voler creare dei precedenti. Mi sembra una argomentazione molto debole. Ripresenteremo l’emendamento in aula cercando di far capire al governo che si tratta solamente di una scelta di buon senso».

 

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