Rendering del Ponte sullo Stretto di Messina

Ponte sullo Stretto di Messina. Elvira Amata: «Si può… e si faccia!»

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«Il Ponte sullo Stretto di Messina è un’infrastruttura della cui realizzazione si parla da oltre un secolo, tanto che ormai sembra diventata una leggenda metropolitana. Puntualmente c’è chi critica la proposta adducendo motivazioni di presunte priorità da rispettare o chi la sposa solo nel tempo di una breve campagna elettorale per poi riporla in un cassetto. Sulla Grande Opera Fratelli d’Italia si è sempre detta favorevole. L’idea di lasciare il Sud in ostaggio dei “vorrei ma non posso” è assurda. Si può…e si faccia!», così il capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars, On. Elvira Amata.

«Poiché, come è noto, si tratta di un’opera chiave del corridoio Palermo-Berlino (Helsinki-La Valletta) e, decisamente, costituirebbe una rivoluzione radicale nell’impianto geografico ed economico politico del Sud Italia con ricadute sull’intero Paese, ci siamo sempre detti favorevoli alla sua realizzazione. Sembrerebbe possibile che il Ponte sia realizzato grazie all’impiego di fondi comunitari che rischiano di andare perduti; pertanto abbiamo chiesto al Presidente Musumeci e la sua giunta di farsi portavoce di un dialogo con le governance delle Regioni del Mezzogiorno e con il Governo centrale, al fine di sostenere la possibilità di investire le sopraddette somme nella realizzazione della Grande opera e opere ad essa collegate. Nell’odg presentato da FdI, abbiamo ribadito come i 20 miliardi cui fa riferimento Incalza nel suo progetto siano, di fatto, destinati ad interventi al meridione e come questi importi verosimilmente torneranno al mittente giacchè le regioni del Sud hanno già dimostrato di non riuscire a spenderli in toto. Dunque, intendiamo davvero perdere ancora una volta l’opportunità di crescere e dare un nuovo respiro al Mezzogiorno, restando ancora vittime di una questione Meridionale eterna? Il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenterebbe assolutamente un importante passo avanti verso la risoluzione di questa condizione atavica», conclude il parlamentare capogruppo e presidente della commissione Statuto all’Ars.

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