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Placido Silipigni, un messinese a capo della Divisione Gestione Migrazioni dell’OIM

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placido silipigniPlacido Silipigni (detto Dino), classe 1970, è di Messina ma vive in Svezia ed è a capo della Divisione Gestione Migrazioni dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni). C’è lui, infatti, dietro la firma dell’accordo di cooperazione tra l’OIM e la Commissione valichi di frontiera a Baghdad, finalizzato, spiega a «migliorare la gestione della migrazione e ricostruire le capacità dei valichi di frontiera, al fine di creare le condizioni per una sicurezza sostenibile e una migrazione sicura, ordinata e regolare».

Chi è Placido Silipigni, classe ’70, di Messina

Placido Silipigni è nato a Messina nel 1970, ma vive in Svezia, paese d’origine della moglie. È laureato in giurisprudenza, ha un passato nella Polizia di Stato e da oltre vent’anni si occupa di cooperazione internazionale, vivendo esperienze tra Africa, Balcani e Medioriente.

Oggi è a capo della Divisione Gestione Migrazioni dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), lavora in Iraq e si occupa di gestione della migrazione. Nel suo curriculum ha un ampio spettro di attività che vanno dalla cooperazione tecnica in ambito di rafforzamento delle capacità dei servizi di polizia allo sviluppo di politiche, quadri legislativi e strategici che si basano sull’evidenza prodotta attraverso l’implementazione di vari programmi.

«Un approccio realistico allo sviluppo dei quadri strategico-normativi – spiega Silipigni – credo sia fondamentale non solo in aree di crisi. Avere la possibilità di testare soluzioni e capire cosa realisticamente possa funzionare per una comunità e per un intero paese, può davvero fare la differenza. In Iraq, parlare di gestione delle frontiere, significa parlare di stabilità, sicurezza e sviluppo in un’ottica circolare. Gestione della migrazione al confine con la Siria, significa da un lato prevenire derive di violenza come quella vissuta durante il fenomeno ISIS (ben oltre quei territori) e dall’altro, non penalizzare le migliaia di cittadini che chiedono diritto di cittadinanza in una terra martoriata da decenni e che anela ad uno sviluppo sostenibile, che vada oltre l’economia del petrolio. Una situazione molto delicata che ha un impatto concreto anche a casa nostra, offrendo degli spunti di riflessione anche riguardo a questioni attuali che ci troviamo ad affrontare in Europa. Questioni che, seppur lontane nelle loro forme esteriori, in fondo forse legate dal bisogno di approcci metodologici simili per lo sviluppo di soluzioni sistemiche».

L’accordo tra OIM e la Commissione valichi di frontiera a Baghdad

Le attività che verranno svolte nell’ambito di questo accordo di cooperazione tra l’OIM e la Commissione valichi di frontiera a Baghdad, si baseranno su un modello inclusivo di gestione integrata delle frontiere, sensibile ai bisogni delle comunità frontaliere. L’obiettivo è una gestione dell’immigrazione basata sui principi di democrazia, cittadinanza e sui diritti umani.

«Questo accordo – ha dichiarato Gerard Waite, Capo della missione dell’OIM in Iraq – rappresenta un’importante pietra miliare nelle relazioni di lunga data che l’OIM ha progressivamente costruito con la Commissione dei valichi di frontiera e il governo dell’Iraq nel suo complesso. Integra importanti sforzi per migliorare la gestione della migrazione e ricostruire le capacità dei valichi di frontiera, al fine di creare le condizioni per una sicurezza sostenibile e una migrazione sicura, ordinata e regolare».

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