“Piemonte”. D’Alia (Udc): “Ok a polo d’eccellenza. Non dimenticare il “Margherita”

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Il destino dell’ospedale Piemonte fa discutere tutti, a esprimersi a riguardo è Gianpiero D’Alia, presidente nazionale dell’Udc e deputato messinese alla Camera: “Nessuna contrarietà che Messina abbia una struttura d’eccellenza più ampia ed efficiente nel settore della riabilitazione, ma la prosecuzione della protesta sul futuro dell’ospedale Piemonte evidenzia che la vicenda è ancora aperta e deve essere oggetto di ulteriori confronti e approfondimenti”.

“È opportuno che il sindaco, Renato Accorinti, il quale ha competenze amministrative specifiche in materia di programmazione sanitaria cittadina oltre che ruolo politico, riconvochi il tavolo di confronto tra le varie istituzioni coinvolte per dare assicurazioni che il sistema sanitario cittadino non venga smantellato, al massimo riconvertito per garantire migliori servizi ai messinesi”.

“E nel dibattito  –  ne è convito l’ex ministro – bisogna inserire l’ipotesi di riapertura dell’ex ospedale Regina Margherita,  chiuso da tempo e abbandonato al degrado e alle occupazioni abusive. Se il sindaco non è in condizione di fare tutto questo passi la mano che è meglio”.

D’Alia entra poi nello specifico dei motivi più urgenti che fanno montare la protesta: “L’eventuale chiusura del pronto soccorso del Piemonte – spiega – scarica l’utenza di una parte consistente della città solo ed esclusivamente sul Policlinico universitario e nessuno fino ad oggi ha garantito che tale servizio non subirà alcun genere di ridimensionamento in termini di quantità e di qualità dei servizi prestati.

“D’altra parte – dice l’esponente Udc –  i dati sul nosocomio evidenziano una struttura assolutamente viva e un punto di riferimento per i messinesi. Solo nel 2014 (dati Uil) sono stati eseguiti al Piemonte circa 32.000 accessi al pronto soccorso generale; circa 5000 accessi a quello pediatrico e circa 4000 al pronto soccorso ostetrico-ginecologico e sono stati eseguiti 1000 parti”.
“Il Piemonte – prosegue – rientra, inoltre, in tutti i piani di protezione civile e per questa ragione ha ottenuto consistenti finanziamenti per il potenziamento strutturale così da essere in grado di gestire situazioni d’emergenza in caso di eventi eccezionali o straordinari: francamente non si comprende come si possa eludere la questione del cambio di destinazione integrale di una struttura finanziata con soldi della Protezione civile per scopi ben precisi che di fatto vengono annullati”.

Secondo il parlamentare nazionale “il disegno di legge in discussione all’Assemblea regionale siciliana, che cambia la destinazione del Piemonte, deve tenere conto di tali esigenze obbligando le strutture a vario titolo coinvolte nell’ erogazione di servizi sanitari alla città a garantire una programmazione e una gestione coordinata della sanità messinese. Il ddl, infine, deve legiferare anche sull’ex ospedale Margherita, chiuso da più di un decennio e che era stato destinato a struttura di riabilitazione”.

“Non si può, infatti, assumere una decisione sul Piemonte, peraltro molto controversa – conclude D’Alia – senza avere deciso con la medesima legge regionale che uso pubblico dare al Margherita. Sarebbe immorale tenere chiuso e degradato uno dei complessi più belli e importanti della città”.

 

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