Piano di riequilibrio, Accorinti e Signorino: «Tutte le tappe dal 2012 ad oggi»

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L’ex sindaco Renato Accorinti e l’ex assessore al Bilancio della sua Giunta, Guido Signorino, commentano l’approvazione da parte del Viminale del piano di riequilibrio 2014-2033 di Messina: «Esprimiamo soddisfazione per questo passo avanti nel percorso del risanamento finanziario del Comune. Si dimostra che la scelta di percorrere la strada del riequilibrio era fondata e si raccoglie il frutto di un importante lavoro politico e amministrativo posto in essere in città a partire dalla prima procedura avviata ancora dal Commissario Croce nel dicembre 2012».

Ieri la Commissione di Stabilità finanziaria per gli Enti Locali (Cosfel) ha approvato la relazione sul piano di riequilibrio presentata dal Comune di Messina nel 2012 e modificata negli anni dell’amministrazione Accorinti, prima, e della giunta De Luca, dopo. Adesso, dovrà esprimersi anche la Corte dei Conti ma, intanto, la città può trarre un sospiro di sollievo mentre vede allontanarsi lo spettro del dissesto finanziario. Ad esprimere soddisfazione, nelle scorse ore, il presidente del Consiglio Comunale, Claudio Cardile e, naturalmente, il sindaco di Messina Cateno De Luca.

La versione del piano approvata dal Viminale è quella giunta sul tavolo del Ministero a novembre 2018, ma i due esponenti della Giunta Accorinti ricordano le tappe precedenti:  «Prima dell’adozione dell’ultimo “piano” (novembre 2018) – sottolineano Renato Accorinti e Guido Signorino in una nota – la precedente amministrazione ha ottenuto dal Governo e dal Parlamento vari interventi di riforma della normativa sul riequilibrio finanziario dei Comuni. Grazie a questa iniziativa politica è stato possibile: 1) rimodulare i piani “in itinere” per le amministrazioni di nuovo insediamento; 2) restituire capacità di indebitamento per i progetti previsti nel piano; 3) trasformare il “fondo di rotazione” (i 300 euro per abitante) in risorsa per il pagamento dei debiti del piano; 4) rendere impignorabile questa risorsa; 5) restituirla in 20 anziché 10 anni; 6) (di particolare importanza) portare la durata del piano da 10 a 20 anni. Infine è stato reso possibile lo sblocco del “fondo di rotazione” (sempre i 300 € per abitante) ancor prima della valutazione della Corte dei Conti.

«Con questi interventi normativi – aggiungono – (ottenuti coinvolgendo i Sindaci di tutta Italia) e con l’intensa attività di gestione della massa debitoria effettuata negli anni, anche Messina ha potuto costruire un percorso di riequilibrio finanziario economicamente e socialmente sostenibile. Adesso – concludono Accorinti e Signorino – occorre attendere la valutazione della Corte dei Conti, ma dato che (come spesso dichiarato anche dal Sindaco) il debito censito nel piano di novembre 2018 risulta (risultava già, in realtà) superiore rispetto al reale, si può ritenere che effettivamente Messina abbia le carte in regola per dimostrare la sostenibilità del suo riequilibrio finanziario».

 

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