Messina e Reggio Calabria pronte a unirsi, ma per l’Orsa la realtà è diversa

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I comuni di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni questa mattina hanno firmato un accordo per giungere entro cinque anni a una reale integrazione dell’area dello Stretto. Lo hanno fatto a bordo del traghetto “Messina” di proprietà di Rfi.  Appare curiosa la scelta della location visto che da anni le Ferrovie dello Stato portano avanti un piano di dismissione che a suon di tagli rende la vita sempre più difficile ai tanti pendolari che quotidianamente si muovono da una sponda all’altra. L’attuale politica adottata  dalle ferrovie e supportata dal governo nazionale,infatti, non ha nulla a che vedere con la continuità territoriale a cui invece ambiscono i comuni  messinesi e calabresi che oggi hanno dato il via all’iter per ottenere il riconoscimento Unesco dello Stretto. Se la scelta di Rfi di concedere un proprio traghetto sia solo un gesto di cortesia o realmente simboleggi un cambio di rotta nell’ottica di un potenziamento del servizio, lo dirà il tempo.  Fino ad oggi, alle nostre latitudini,  la parola ferrovia continua ad essere associata a “dismissione”.  Vero che i tagli di treni e navi, inizialmente previsti a partire da giugno, dovrebbero essere invece posticipati, ma prolungare l’agonia di un paziente in fase terminale non ha più senso, e se si vuole realmente unire le due sponde non si può certo prescindere dal settore trasporti.

A bordo del traghetto “Messina” c’erano anche i rappresentanti del movimento “Ilferryboatnonsitocca”. I segretari dell’Orsa, Michele Barresi e Mariano Massaro, hanno assistito alla firma dell’accordo quinquennale che vede i comuni di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni in prima linea per istituire una vera e propria città dello Stretto.  Il movimento ribadisce ancora una volta la necessità di ottenere un servizio degno di un paese moderno. IMG_3421“Finora si è solo speculato con progetto faraonici come il Ponte – precisa Massaro – servono ben altri tipi di interventi per garantire collegamenti rapidi tra le due città dello Stretto. Traghettare i treni con navi veloci è un’operazione fattibile, serve veramente poco per attraversare questi tre chilometri di mare che dovrebbero unire invece che dividere”. Oggi il porto di Tremestieri è stato riaperto dopo un lungo stop di due mesi necessario per rimuovere la sabbia che si deposita nell’arenile in occasione delle frequenti sciroccate che colpiscono il litorale messinese. Il funzionamento a singhiozzo dell’approdo a sud della città non può servire a liberare in modo definitivo Messina dai tir. Investire sul trasporto ferroviario delle merci potrebbe essere una valida alternativa qualora si riescano ad abbattere i tempi di percorrenza del traghettamento. “La proposta presentata alle ferrovie dal nostro movimento – spiega Massaro – permette di collegare le due sponde in meno di un’ora senza che i viaggiatori debbano scendere dal treno. La soluzione che proponiamo ha un costo contenuto e può essere attuata in breve tempo.  Dopo si potrà parlare di integrazione e valorizzazione dell’area dello Stretto”.

Andrea Castorina

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