Messina è in crisi, i sindacati elencano i fallimenti di Accorinti

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Non è un quadro confortante quello delineato da Cgil, Cisl e Uil che ieri pomeriggio si sono incontrati per fare il punto della situazione in un periodo altamente complicato per Messina. Le tre sigle avevano già annunciato qualche settimana fa l’intenzione di voler mobilitarsi per rimarcare la propria insoddisfazione verso l’operato della Giunta Accorinti. La “triplice” ha quindi prodotto un lungo documento in cui elenca tutti gli insuccessi dell’amministrazione comunale, incapace – a loro dire – di dare una svolta all’intera città. Cgil, Cisl e Uil hanno dunque in calendario una manifestazione generale ad aprile.

Messina è ormai una città in profondo declino, che nell’infinita crisi continua a pagare il prezzo più alto tra i territori dell’isola. La progressiva scomparsa di attività produttive, di servizi e commerciali, la contrazione della pubblica amministrazione, e la drammatica perdita, di posti di lavoro, colpiscono nell’insieme economia, vivibilità, bisogni, diritti e futuro, cambiando la fisionomia economica e sociale ed accelerando un pericoloso processo di “involuzione” che rende questa area sempre più povera ed incapace di reagire. mettendo così ulteriormente a rischio i principi della convivenza e soprattutto la credibilità delle Istituzioni. In questa condizione, aggravata dai continui tagli dei trasferimenti da parte di Stato e Regione, l’assenza di progetti e investimenti sia pubblici che privati, ha continuato a determinare una riduzione delle opportunità e delle speranze. Oggi Messina vive in perfetta agonia il proprio declino. Scollegata dalle linee di traffici, incapace di fare rete con le altre realtà ed emarginata dai tavoli di decisione politica, continua a limitare la propria azione alla semplice enunciazione delle opere che da decenni ancora attende. L’Amministrazione comunale si è rivelata incapace di costruire anche solo insieme al proprio naturale retroterra provinciale una valida proposta organica di rilancio e sviluppo, e non è stata nemmeno in grado di difendere le residuali peculiarità produttive. La necessaria discontinuità nell’azione di governo che il sindacato, così come l’intera città, aveva richiesto a gran voce a questa nuova amministrazione, e per la quale per anni Cgil, Cisl e Uil hanno continuato ad offrire invano il proprio contributo di proposte e di idee, è stata da subito accantonata per cedere il passo ad una ostinata autoreferenzialità e ad una sequenza di slogan che nei fatti ha prodotto il nulla. Industria, commercio, servizi e pubblica amministrazione oltre che segnati dalla stessa negatività degli indici continuano a scontare soprattutto la mancanza di una visione strategica della città che sappia mettere in rete tutte le forze della società per definire quel concreto progetto organico di sviluppo capace di riportare in riva allo Stretto soprattutto il lavoro. L’amministrazione Accorinti, aldilà dei buoni propositi, non ha saputo o voluto individuare un ordine di priorità delle esigenze, cioè su dove e come puntare per garantire il lavoro e dare soluzione ai bisogni o assicurare i servizi indispensabili. E nemmeno nel semplice ruolo di datore di lavoro è stata sempre capace di assolvere ai propri obblighi, riorganizzando la macchina comunale ed i servizi, in un riordino ancora lontano dal realizzarsi. In 32 mesi la giunta si è avvitata nell’obiettivo – sinora mancato -di sistemare i fallimentari bilanci di Palazzo Zanca, mostrando in materia forti limiti, se ancora oggi non c’è un piano di riequilibrio decennale autorizzato e soprattutto sostenibile e se il preventivo 2015 non è stato ancora approvato. Il tentativo di riequilibrio finanziario, inoltre, rischierà di compromettere il buon funzionamento di alcuni servizi come quelli legati ai sistemi idrico, trasportistico del sistema dei rifiuti. Non si è data soluzione e garanzia all’offerta dei servizi minimi per la collettività sulla gestione qualitativa dei servizi di raccolta rifiuti, sul miglioramento dell’efficienza del servizio di trasporto pubblico, del sistema idrico, dei servizi sociali, della tutela del verde, del risanamento, servizi di asilo nido, mense e riscaldamento per le strutture scolastiche. L’amministrazione comunale si è limitata a gestire la fase conclusiva di progetti e finanziamenti ottenuti dalle precedenti amministrazioni sostanziando la propria attività nella realizzazione di discutibili piste ciclabili o di isole pedonali mordi e fuggi o, ancora, bocciate dagli organi amministrativi. Un azzardato modo di agire che ha compromesso ogni azione amministrativa, tolto certezze ai dipendenti diretti e a tutti coloro che operano nelle società che lavorano sui servizi alla comunità, direttamente o indirettamente, reso insomma precari oltre ai lavoratori anche i servizi per i cittadini. La città di Messina certifica un ulteriore arretramento e un’azione politico-amministrativa che non si è occupata del lavoro e dello sviluppo, arrivando in qualche occasione a distruggere occasioni di lavoro, senza individuare neppure concrete alternative. Non saranno certo i parchi o le passeggiate a mare che potranno garantire lavoro ai giovani messinesi o potranno contenere le perdite continue e costanti di attività lavorative e occupazione

Programmazione Finanziaria

A 32 mesi dall’insediamento dell’Amministrazione Accorinti dobbiamo constatare come l’operazione trasparenza e verità sui bilanci comunali, che avevamo chiesto e che era uno degli impegni assunti dal candidato Sindaco, stenta a vedere la luce. Ad oggi il balletto sui debiti fuori bilancio e le numerose modifiche agli strumenti finanziari, sia dei bilanci che dello stesso piano di riequilibrio, non consentono di mettere la parola fine. I ritardi della programmazione finanziaria, dell’approvazione dei Bilanci 2013, 2014, da ultimo il Bilancio preventivo 2015 ad oggi non ancora approvato, come il trascinarsi della vicenda del Piano di riequilibrio, determinano gravi conseguenze nella gestione ma anche nella programmazione. L’assenza di confronto che deriva dai ritardi nella predisposizione ed approvazione degli strumenti di programmazione finanziaria, costituisce, inoltre, un grave vulnus nelle relazioni con le parti sociali e, in generale anche alla democrazia partecipata. Non possiamo non rivendicare una opportuna programmazione con un confronto preventivo per affrontare i molti problemi e le possibili soluzioni.

Programmazione significa anche prevedere gli strumenti organizzativi e finanziari per poter intercettare i fondi europei e la programmazione nazionale. Su tale versante il comune sta mostrando troppi ritardi e, per quanto a nostra conoscenza, il rischio di perdere molte risorse, dai PAC, ai fondi per l’edilizia sociale, dal PON Metro al Masterplan per il Sud, da parte dei fondi per l’edilizia scolastica, dai fondi per la manutenzione delle strade.

Nella programmazione finanziaria rientra a pieno titolo la programmazione di una seria lotta all’evasione dei tributi locali per evitare che il fisco e costo dei servizi ricada solo su una parte della popolazione, così come la revisione del sistema di  tassazione e tariffazione locale: CGIL CISL UIL chiedono un convincente e piano di lotta all’evasione; il ripristino della progressività dell’addizionale IRPEF per alleviare il carico delle fasce più deboli; la previsione di fasce di esenzione per tariffe e compartecipazione al costo che tenga conto delle condizioni di reddito, un fondo di sostegno ai nuclei familiari disagiati ed alle condizioni di bisogno per l’accesso ai servizi comunali a domanda individuale.

Ma nella programmazione rientra anche il sostegno allo sviluppo, per il quale va individuato un progetto complessivo e le relative risorse.

Riorganizzazione Amministrazione Comunale

La riorganizzazione dell’Amministrazione comunale e delle sue articolazioni ed emanazioni è condizione indispensabile per garantire efficienza ed efficacia, per garantire diritti ai cittadini, per contrastare povertà e marginalità, per ricostruire la speranza di un futuro.

La macchina organizzativa comunale deve essere radicalmente riorganizzata, abbandonando definitivamente le logiche di autoreferenzialità amministrativa, valorizzando le competenze e le professionalità esistenti, orientando la struttura alle finalità di intervento al servizio di cittadini e imprese, finalità a cui devono essere destinate prioritariamente e prevalentemente le importanti risorse, umane e finanziarie, dell’Ente. La costruzione di un percorso di riorganizzazione che dia alla struttura amministrativa quella capacità di dare risposte efficaci, utili a soddisfare i diritti e i bisogni dei cittadini, le necessità delle attività produttive, volano di crescita democratica, sociale ed economica.

La condizione delle partecipate è oggetto di significativa preoccupazione delle OO.SS.. Se vanno ribadite le responsabilità delle amministrazioni precedenti nel disastro in cui versano le partecipate, non possono essere taciute le approssimazioni, le contraddizioni, le omissioni, gli errori commessi dall’attuale Giunta nei provvedimenti fin qui assunti. A distanza di tre anni dall’insediamento, il giudizio complessivo sulla la qualità dei servizi pubblici rimane negativo, come negativo rimane il giudizio sulla condizione in cui vengono costretti ad operare i lavoratori delle stesse. Così se miglioramenti devono essere riconosciuti nel settore nel TPL, appare sempre critica la condizione del settore dei rifiuti che nonostante un significativo incremento delle tariffe a carico dei cittadini continua a segnare continue crisi nella raccolta e nello smaltimento, condizioni di lavoro critiche.

L’Amam, che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale dovrebbe essere il fulcro intorno al quale ricostruire il sistema delle partecipate, mostra limiti significativi nella capacità di assolvere già ai suoi compiti istituzionali. Le recenti crisi che hanno lasciato i cittadini messinesi senz’acqua hanno mostrato la fragilità dell’acquedotto che porta il prezioso liquido in città dalle fonti di approvvigionamento, ma anche la vetustà e inadeguatezza della rete idrica cittadina. Anche nella gestione dell’emergenza durata 21 giorni sia l’Amam che il Comune hanno mostrato gravi insufficienze con gravi ricadute sulla popolazione.

Sul fronte delle risorse finanziarie, il progetto di riorganizzazione delle partecipate previsto dalla Giunta rischia, ad avviso di CGIL CISL UIL di essere insostenibile: il taglio del contributo comunale per il TPL – proprio mentre vengono significativamente ridotti i fondi regionali specifici – rischia di determinare il tracollo del servizio. Ugualmente preoccupante la destinazione di 23 milioni di presunto utile dell’AMAM al Piano di riequilibrio per pagare debiti pregressi.

Anche per i contratti di servizio dobbiamo registrare forti limiti nel confronto con le parti sociali che non sono state ascoltate nel merito, rivendichiamo un confronto nel merito della programmazione e della qualità dei servizi, oltre che sulla trasparenza ed equità del processo di eventuale accorpamento delle partecipate.

Inclusione sociale

Inclusione e coesione sociale costituiscono il nucleo fondante dell’attività che deve essere svolta per invertire il trend di declino che ha i suoi effetti sociali più gravi nella emarginazione di fasce sempre più ampie di popolazione, con fenomeni preoccupanti nelle giovani generazioni delle periferie a rischio della città.

Servizi sociali, asili nido, attività di supporto ai servizi all’infanzia e di istruzione, costituiscono un asse fondamentale di intervento a cui l’Amministrazione deve dedicare una parte fondamentale delle proprie energie. Leggere correttamente i bisogni di oggi e le nuove povertà, fornire una risposta capace di rimuovere gli ostacoli ad una piena integrazione sociale e di favorire processi di inclusione sempre più larghi costituiscono un obiettivo imprescindibile per un’amministrazione che si professa dalla parte degli ultimi. Asili nido, mense scolastiche, supporto al tempo prolungato, trasporto alunni, attività extra scolastiche, costituiscono un terreno di rinascita sociale e civile che può e deve ripartire proprio dai più piccoli, soprattutto in una città che ha solo il 5% di classi col tempo prolungato e un tasso di abbandono scolastico più alto della media.

Come grande attenzione deve essere posta ai bisogni della popolazione anziana in una realtà in cui l’invecchiamento mette in crisi i modelli sociali pregressi. La solitudine e la non autosufficienza devono essere affrontate in un contesto capace di dare risposte di sostegno e di coinvolgimento attivo degli anziani.

Il problema dell’abitazione torna ad essere, in questi anni e in questa crisi, un grave elemento di difficoltà di molti nuclei familiari, molti dei quali con minori.

Richieste per interventi di politiche attive per lo sviluppo

– Potenziamento, programmazione e progettazione di nuove infrastrutture

– Cantierizzazione delle opere finanziate e interventi mirati per il finanziamento di quelle progettate (porto di Tremestieri, via Don Blasco, viadotto ritiro, etc.)

– Confronto su variante PRG e nuovo PRG – PIAU – Accordo sulla FALCE

– Manutenzione delle strade, degli immobili pubblici, delle infrastrutture.

– Verde pubblico

– Opere di contrasto al dissesto idrogeologico e messa in sicurezza di tutte le aree a rischio

– Edilizia scolastica

– La garanzia della continuità occupazionale e di erogazione dei servizi agli utenti per gli appalti del Comune

– Acquedotto, nuova rete idrica

– Recupero aree degradate

– Edilizia popolare

– Edilizia turistica

– Potenziamento e intermodalità trasporto pubblico

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