Foto dell'aula del Consiglio comunale di Messina

Messina. Consiglio comunale: 31 assenti su 40. Finisce com’è iniziato

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Messina. Si è chiusa ieri, con un nulla di fatto, quella che probabilmente è stata l’ultima seduta del Consiglio comunale eletto nel 2013: 9 presenti e 31 assenti, aula praticamente deserta nonostante la convocazione urgente per votare alcuni atti importanti.

Si è ripetuto quanto già successo lunedì scorso, 21 maggio, quando il sindaco Accorinti aveva convocato una seduta straordinaria per deliberare su alcune questioni urgenti rimaste in sospeso. In quel caso 14 presenti su 40, alla seconda convocazione di ieri – quando di presenti ne sarebbero bastati 16 – solo 9 consiglieri in aula: Abbate, Adamo, Caccamo, Capurro, Rella, Risitano, Russo e Siracusano.

Restano incompiute, dunque: la variante “Salvacolline”, lo schema di massima del nuovo Piano Regolatore Generale, la transazione tra Comune e TirrenoAmbiente e la discussione di 11 debiti fuori bilancio (alcune dei quali riguardavano spettanze a lavoratori).

L’assessore Sergio De Cola, che aveva chiesto più volte di votare la Variante di Salvaguardia e il PRG, commenta quest’ultima seduta del Consiglio comunale rivolgendosi ai quasi mille candidati: «Chi si propone alla guida della città deve farlo con un reale spirito di servizio e di sacrificio. Il suo compito sarà quello di affrontare problemi spesso complessi con il massimo impegno, utilizzando sempre tutto il tempo disponibile nell’interesse della città. La tattica e la strategia politica devono comunque SEMPRE venire dopo l’interesse Pubblico».

E se da una parte è vero che lo scorso 24 aprile aveva segnato la fine delle sedute ordinarie del Consiglio comunale in vista delle elezioni amministrative del 10 giugno, dall’altra quanto successo in queste due ultime sedute sembra specchio di questi cinque anni: un’intera amministrazione in cui consiglieri e Giunta Accorinti non hanno avuto un dialogo facile e, fra le beghe giudiziarie e molte votazioni con più astenuti che reali votanti, a farne le spese sono stati probabilmente Messina e i suoi cittadini.

Finisce, dunque, tutto com’era iniziato.

 

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