consiglio comunale del 2 dicembre 2019

Messina, bilancio di previsione 2022: tra emendamenti, verbali e «bugie»

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Partiamo col spiegare, per i non addetti ai lavori, che il bilancio di previsione è un documento indispensabile per capire quanto e come verranno spesi i soldi dei contribuenti dall’Amministrazione (in questo caso, l’Amministrazione De Luca). All’inizio di ogni anno, quindi si pianifica “economicamente” la città (in questo caso Messina) per capire entrate e uscite finanziarie.

Il preambolo è d’obbligo perché adesso sembra sia scattata una polemica tra componenti della Giunta e Consiglieri comunali; a dover approvare il bilancio di previsione, infatti, è proprio il Consiglio su proposta della Giunta. Ieri, lunedì 31 gennaio, si sarebbe dovuta svolgere in Aula la discussione proprio su questo documento economico, ma non erano tutti pronti. A ricostruire la vicenda è il Presidente della Commissione Bilancio, Massimo Rizzo e il relativo verbale.

Bilancio di previsione 2022

Massimo Rizzo consigliere comunale di libera me - messina«Sento l’obbligo – scrive in una nota il Presidente Rizzo – di intervenire per fare chiarezza sull’iter amministrativo relativo alla delibera riguardante il bilancio di previsione. L’atto finanziario è stato inserito all’ordine del giorno della Commissione da me presieduta già dai primi giorni del mese di gennaio ma la sua trattazione non è stata possibile in quanto, sin dalla prima seduta, l’Assessore al Bilancio (Carlotta Previti, ndr.) e il Ragioniere Generale ne avevano chiesto la sospensione. E questo perché, a dire dell’Amministrazione e degli Uffici, era necessario predisporre un emendamento avente ad oggetto le variazioni di bilancio precedentemente approvate.

In sostanza, rispetto alla delibera all’esame della Commissione, era mutato il complessivo quadro finanziario perché erano state apportate importanti modifiche attraverso tre variazioni di bilancio. Pertanto, l’Amministrazione predisponeva il necessario emendamento che, a tutt’oggi, era alla valutazione del Collegio dei Revisori dei Conti per il relativo parere. Sino alla seduta di stamane (Rizzo fa riferimento alla giornata del 31 gennaio, ndr.), quindi, contrariamente a quanto emerso mediaticamente, la delibera non era esitabile in quanto l’emendamento non era depositato agli atti della Commissione. E ciò, ovviamente, non era in alcun modo imputabile a volontà dei consiglieri comunali.

Durante l’odierna riunione di Commissione, invece, l’Amministrazione presente con l’Assessore al Bilancio Previti, decideva di ritirare l’emendamento la cui presentazione aveva creato lo stallo amministrativo, comunicando che l’avrebbe riproposto in sede di Consiglio comunale. A quel punto, preso atto della mutata volontà dell’Amministrazione, la Commissione (nonostante l’assenza dei Dirigenti e quindi senza le necessarie delucidazioni evidentemente rinviate alla discussione d’aula) esitava tempestivamente la delibera che, dunque, adesso passa alla cognizione del civico consesso che potrà deliberare dopo averne valutato il merito ed una volta che l’emendamento di competenza dell’Amministrazione giungerà in aula corredato dei necessari pareri dei Dirigenti e dei Revisori dei Conti. Auspico di avere fatto definitiva chiarezza sui fatti, esposti in modo asettico e scevro da partigiane valutazioni politiche, con l’esclusivo obiettivo di chiarire alla cittadinanza il reale iter di questo fondamentale documento finanziario».

La replica della Previti

carlotta previti

A replicare è il Vicesindaco del Comune di Messina e Assessore al Bilancio, Carlotta Previti, che parla di «realtà opposta ai fatti». Secondo lei, infatti, il documento finanziario era già stato trasmesso al Consiglio Comunale dallo scorso 7 dicembre 2021 (con annesso parere del Collegio dei Revisori emesso con prot. 592 del 02.12.2021).

«Sono passati 51 giorni dal 1 dicembre 2021, – scrive la Previti – 51 giorni in cui, già dal giorno dopo del deposito dell’atto, un Consiglio comunale responsabile avrebbe potuto esitare l’atto contabile predisposto a ottobre 2021 che, avente natura prettamente tecnica, poteva mettere in condizione la Città di avere un bilancio. Un bilancio che con tutti pareri correlati (Ragioniere generale e Collegio dei revisori) poteva essere trattato ed approvato entro il 31 dicembre 2021 come da normativa vigente. Un bilancio che consentisse di dare continuità all’azione amministrativa di fatto bloccata dalla gestione provvisoria. Un bilancio che certamente poteva essere emendato per effetto delle richieste tecniche dei Dipartimenti o in base alle esigenze che sorgono successivamente, ma che sarebbero sorti dopo l’adozione di un documento cardine per la gestione della città.

Se il Consiglio comunale più “produttivo di sempre” grazie alle proposte di delibera legate al Salva Messina che questa Amministrazione ha portato alla loro attenzione avesse discusso il Bilancio a dicembre, oggi questi emendamenti tecnici che sono necessari sarebbero stati discussi su un bilancio già approvato. Che il Consiglio si assuma la sua responsabilità e spieghi alla città perché ha voluto approvare il rendiconto 2020 solo i primi giorni del 2022 e non ha neanche discusso il bilancio di previsione 2022 che da 51 giorni giace sui tavoli dei consiglieri».

A dirci la “verità” è il verbale della Commissione Bilancio, (che trovate a questo link) in cui si legge: «Il Presidente, precisa che in merito alla proposta sul piano delle alienazioni l’Assessore Caminiti non ha ancora prodotto l’anticipato emendamento mentre sulla proposta relativa al bilancio di previsione non è ancora pervenuto l’emendamento dell’Amministrazione e pertanto le due proposte non possono essere discusse».

La risposta del PD

Arriva anche il commento dei Consiglieri del PD e di Libera Me. «In più occasioni – scrivono i Consiglieri – nelle scorse settimane l’Assessore al Bilancio e il ragioniere generale hanno chiesto di rinviare la discussione per dar modo all’esecutivo di presentare un maxi-emendamento che consentisse di allineare il previsionale in questione con i dati contabili scaturiti dalle ultime variazioni di bilancio esitate dal Consiglio Comunale alla fine dello scorso anno. Soltanto oggi l’Assessore al Bilancio ha dichiarato in commissione l’intenzione dell’Amministrazione di ritirare il maxi-emendamento, peraltro ancora privo del parere dei revisori dei conti, per poi presentarlo in consiglio, di fatto sbloccando l’iter.

Orbene, vero è che il Sindaco ha rimesso le deleghe al bilancio da circa un anno, e quindi non è ben informato sui lavori, tuttavia, prima di lanciare strali e offese varie, dovrebbe avere l’umiltà di informarsi, evitando di mistificare la realtà a suo uso e consumo. Auspichiamo che il sindaco possa imparare da questa vicenda, in realtà l’ennesima di una lunga serie, contraddistinta dal solito spartito, una regola di vita fondamentale, ovvero che le bugie hanno le gambe corte. Nel contempo, cogliamo l’occasione per chiedere al primo cittadino, il quale tanto si accalora per i bilanci di Palazzo Zanca, dal Consiglio comunale puntualmente valutati, come mai non ha la medesima preoccupazione per il bilancio consuntivo della Città Metropolitana? Come mai il consuntivo 2020, ribadiamo consuntivo 2020, non è stato approvato dai vari commissari che si sono susseguiti? Come mai, malgrado il blocco che tale mancata adozione sta comportando per l’Ente metropolitano, il sindaco su tale notevole ritardo nulla dice?».

(Foto di repertorio)

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