«La Fondazione di Comunità, oggi Fondazione MeSSInA ha ottenuto il diritto di superficie di quest’area, destinata allo sbaraccamento»; parte da qui il racconto di Salvatore Rizzo e Monica Musolino, rispettivamente referente del progetto Ar.P.A. e ricercatrice del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Messina, che ci accompagnano all’interno di Fondo Saccà per scoprire le azioni sviluppate e la comunità energetica d’eccellenza che si è creata.
«Quando abbiamo avuto il permesso dallo IACP– prosegue Rizzo – abbiamo iniziato a ragionare su cosa fare per favorire la rigenerazione urbana di quest’area, fortemente degradata; un luogo lontano dalla città nonostante sia in centro».
Messina: il processo di rigenerazione urbana di Fondo Saccà
Il processo di rigenerazione urbana di Fondo Saccà precede il progetto Capacity di qualche anno, è circa il 2013. «Come nella logica di tutte le cose che facciamo come Fondazione MeSSInA e, a grappolo, tutte le cose che ci stanno dentro, – racconta Salvatore Rizzo – ogni opportunità di finanziamento, ogni budget proviamo a orientarlo per consolidare i processi che per noi hanno un valore strategico. Così da quando abbiamo ottenuto questo diritto di superficie, abbiamo cercato di far convergere su quest’area delle risorse di varia natura ed entità.
Dentro questo percorso c’è stata successivamente l’opportunità del progetto Capacity, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: all’epoca con il Sindaco Accorinti e l’Assessore De Cola si è ragionato su come poter sviluppare una progettualità che servisse alla città, ma intercettare anche quello che stava succedendo qui». Il progetto Capacity quindi permette di completare quei lavori che erano già stati avviati a Fondo Saccà.
Il progetto Ar.P.A. – Arte Partecipazione Abitanza
Tra i progetti sviluppati all’interno di Fondo Saccà c’è anche Ar.P.A., promosso da EcoSmed, in partnership con il Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali (COSPECS) dell’Università di Messina, il Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (CNR-IRPPS) di Salerno e la cooperativa sociale Giolli di Bologna.
«Questi 50mila euro messi a sistema (provenienti dal Ministero della Cultura – Direzione Arte Contemporanea), ci hanno permesso di consolidare il processo di rigenerazione attraverso il coinvolgimento dei cittadini. Il progetto Ar.P.A. – continua Salvatore Rizzo – è un pezzettino che ci sta consentendo di realizzare un percorso di laboratorio con due linguaggi differenti: quello teatrale e quello del documentario partecipato, che sta coinvolgendo gli studenti universitari e qualcuno del quartiere.
Attraverso questi laboratori stiamo interrogando il territorio su cosa desiderano per il quartiere; l’esito di questo lavoro di ricerca sarà presentato nel corso delle feste di comunità che si svolgeranno a giugno». Dentro Ar.P.A. è stato poi coinvolto Alex Mendizabal, artista basco autore di un’installazione sonora site specific (in foto) in cui ha coinvolto bambini e mamme della zona in una ricerca sull’ascolto, non a caso l’opera sonora è dedicata alla conchiglia, che modifica per certi versi le nostre percezioni uditive.
Ma non è finita qui perché questo processo di rigenerazione ha permesso di costruire moduli abitativi sperimentali fatti in legno e in paglia, montati come dei lego, che consentono un risparmio energetico sia nella tenuta del caldo sia nella produzione del riscaldamento. I moduli sono stati assegnati a soggetti fragili e altri invece sono utilizzati come biblioteca e come centro socio-educativo, “Il Melograno”, per i bambini dai 0 ai 6 anni. «Questa cosa – dice Rizzo – è stata fatta grazie a un progetto di ricerca che ci ha consentito di installare i pannelli fotovoltaici e tutto il necessario per creare la comunità energetica»: la ricerca di cui si occupa Monica Musolino.
Fondo Saccà: a Messina una comunità energetica di eccellenza
Monica Musolino è stata coinvolta nel progetto Ar.P.A. fin dalla sua elaborazione, in quanto esperta di rigenerazione urbana e di comunità energetiche. «Fin dal 2014 – racconta Monica – ho studiato tutto il processo della rigenerazione di Fondo Saccà: ho accompagnato alcune fasi importanti del processo». Monica Musolino, infatti, ha coordinato per circa un anno e mezzo i lavori di democrazia partecipativa, definita TSR – Territori Socialmente Responsabili. Questa metodologia, già utilizzata dalla Fondazione, prevede il coinvolgimento degli abitanti, per capire i loro desideri e le loro necessità rispetto all’area che sta cambiando.
«Con questo metodo abbiamo raccolto tutte le fasce d’eta: dai bambini agli adulti; andando nei luoghi di aggregazione: dalle scuole alle parrocchie. Uno dei desideri era di avere una moltiplicazione dei luoghi di socializzazione: una richiesta, – continua Monica – , che in qualche modo ci ha stupito, sebbene fosse coerente con la analisi che abbiamo fatto. Un altro elemento fondamentale era la manutenzione del territorio, non solo con riferimento a Maregrosso, zona considerata foremente degradata, ma anche di aree più vaste. La zona della villa Dante, per esempio».
Il progetto di ricerca portato avanti da Monica Musolino comprende anche la comunità energetica di Fondo Saccà: «È un modello più unico che raro, quasi a livello europeo. Non solo per i moduli abitativi in legno e in paglia (in foto), ma anche perché ha una destinazione sociale e comunitaria. Di solito – spiega Monica – le comunità energetiche non hanno questo modello in Europa; sono normalmente costituite attorno a dinamiche socio-economiche legate a classi più alte. Questo modello di Fondo Saccà mette insieme una mutualizzazione dei consumi energetici da fonti rinnovabili ch,e non producono solo un risparmio economico e una lotta al cambiamento climatico, ma anche una redistribuzione e un’attenzione ai soggetti più fragili».
Quindi questo modello di comunità energetica potrebbe essere “esportato” anche in altre zone di Messina. «La Fondazione sta già pensando di applicare questo modello: a Salina o anche a Novara di Sicilia, attivando dei processi che si adattano al contesto. Le comunità energetiche dovrebbero accellerare il processo di transizione energetica, farsi strumento di una riconfigurazione del sistema energetico, perché la produzione, la distribuzione sono centralizzate: ci sono alcune grosse entità, anche se il mercato è libero». E in questo preciso momento storico è necessario avviare un processo di cambiamento, anche attraverso le comunità energetiche in grado di decentrare la produzione e ottenere delle “isole felici”, se così possiamo dire. Insomma Fondo Saccà è un esempio virtuoso e interessante, tutto da scoprire: il 21 giugno, dalle 17.00 alle 20.00, la prima festa di comunità di Maregrosso, in programma animazione per bambini a cura di Mario Taviano, Teatro Forum a cura di Roberto Mazzini e presentazione di “Voci di Maregrosso” documentario partecipato a cura di Mauro Maugeri.
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