Il presidente di Confindustria Messina, Alfredo Schipani, aveva bocciato la proposta del trasferimento del mercato bisettimanale di Viale Giostra negli spazi della Fiera, definendola «un’ipotesi insensata».
L’assessore al Commercio, Patrizia Panarello, in merito all’idea di spostare il mercato in Fiera – richiesta avanzata dagli operatori commerciali e condivisa sia nei tavoli tecnici sia con i Consiglieri comunali, dopo un’interlocuzione telefonica con il presidente dell’Autorità portuale, Antonino De Simone – precisa: «L’ipotesi inizialmente prospettata con Lello Manfredi non sembra oggi più praticabile. Il presidente De Simone sostiene che potrebbero essere realizzati forse dei mercatini natalizi, ma non un mercato bisettimanale. Ha inoltre prospettato l’ipotesi della zona Falcata come area eventuale da valorizzare anche attraverso la collocazione di mercati. Questa, insieme ad altre ipotesi, verranno vagliate dall’Amministrazione comunale sempre in collaborazione con il Consiglio comunale che alla fine deciderà in Aula se e dove effettuare il trasferimento».
Schipani, contrario all’utilizzo della Fiera per il mercato, aveva dichiarato: «Quegli spazi devono diventare il fiore all’occhiello della città; un luogo dove fare cultura, impresa, economia. Pensare di trasferirvi un mercato, con gli evidenti intralci alla mobilità su un asse centrale e su tutta l’area circostante, è insensato».
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Lillo Oceano, Tonino Genovese, Carmelo Catania appoggiano Schipani: «Siamo d’accordo con il presidente di Confindustria, Alfredo Schipani: occupare l’area dell’ex Fiera con un mercatino rionale è in contraddizione con il recupero del rapporto della città col mare, con la restituzione alla città del water-front dal punto di vista sociale e culturale, con qualsiasi ipotesi di sviluppo di questo territorio. Si tratta dell’ennesimo atto basato su una idea di città e di territorio che non si pone il problema del tessuto produttivo e della difesa e creazione del lavoro. Migliorare alcuni ambiti della qualità della vita, ammesso che con questi provvedimenti vi si riesca effettivamente, senza affrontare il problema dello sviluppo economico, anzi a volte ostacolando ambiti vocati del territorio, produce nell’immediato e ancor più in prospettiva, danni produttivi e occupazionali gravi. Invece di continuare ad provvedimenti decisamente inconsistenti, l’amministrazione Accorinti farebbe meglio ad avviare un confronto con parti sociali e forze produttive, per cercare il bandolo di una matassa che, decisamente, ancora le sfugge».
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