In una gremitissima Multisala Apollo di Messina, Luca Zingaretti ha presentato il suo film “La casa degli sguardi” in cui è attore e regista.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli. Luca Zingaretti ha infatti raccontato che l’idea del film gli è venuta leggendo proprio il libro dell’autore, da cui si è sentito fulminato. «Questa storia parla della capacità degli esseri umani di rialzarsi dopo che la vita gli ha dato una bastonata. Le storie che narrano del superamento di una crisi mi hanno sempre emozionato tantissimo» – ha dichiarato.
Luca Zingaretti a Messina: il cinema non deve morire
Il protagonista, interpretato da Gianmarco Franchini, è infatti un ragazzo di 23 anni che ha il “mal di vivere”. Dotato di una fortissima sensibilità, scrive poesie e anestetizza questo malessere con l’alcol. Marco, così si chiama il personaggio, ha abbandonato la scuola, perso i suoi amici ed è stato anche lasciato dalla sua ragazza. Dopo un brutto incidente comincia a lavorare in un ospedale pediatrico.
Luca Zingaretti nel film interpreta il padre del ragazzo. «Essere sia attore che regista è stata per me un’esperienza di totale felicità, perché era una cosa che desideravo» – ha confessato al pubblico messinese.
Zingaretti ha anche raccontato il perché, per interpretare Marco, è stato scelto proprio Gianmarco Franchini. Ha spiegato che gli attori si cercano tramite il casting director. In questo caso, Zingaretti ha chiesto agli aspiranti protagonisti di inviare un video dove raccontavano di loro stessi, senza recitare. Inizialmente, aveva deciso di sottoporre a provino 50 candidature.
Quando è arrivato il turno di Gianmarco non ha avuto dubbi: in lui ha visto l’anima, la sua innocenza, la purezza, la qualità energetica che serviva al suo personaggio. Zingaretti, in quanto attore lui stesso, ha riconosciuto in Gianmarco “l’animale attore” e così la scelta, senza ripensamenti, è ricaduta su di lui.
Prima di lasciare il pubblico alla visione del film “La casa degli sguardi”, Zingaretti ha invitato tutti ad andare al cinema, un’arte che non deve morire mai.
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