Incendio ambulanze. La reazione di “Salvare l’Ospedale Piemonte”

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ME Ospedale Piemonte Messina3In merito al danneggiamento di due ambulanze dell’Ospedale Piemonte, avvenuto alle 3 della scorsa notte, ha rilasciato le sue dichiarazioni il comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, che tante volte, negli ultimi mesi, si è espresso per tentare di salvare il nosocomio di Viale Europa.

«Alle ultime vicende dell’Ospedale Piemonte, culminate con la delibera del 21 settembre che sancisce , dopo anni di tentativi andati a vuoto, la chiusura del nosocomio, si aggiunge il vile attentato di oggi che ha seriamente danneggiato 2 ambulanze all’interno dell’ospedale.
È naturale collegare l’episodio al clima di generale di  dismissione e abbandono, sapientemente pilotato da una regia occulta, che ha operato in funzione di interessi comuni e convergenti che richiedevano lo smantellamento della struttura, così come chiaramente denunciato, nel comunicato stampa del 23 settembre, dal M5S, l’unica forza politica schieratasi a vera difesa  dell’ospedale.
L’incomprensibile ottimismo del Sindaco con le sue entusiastiche dichiarazioni, conferma che i suoi consulenti in tema sanitario continuano ad esporlo all’incredula disapprovazione della cittadinanza e dei suoi stessi sostenitori.
In ultimo esprimiamo sconcerto per il comportamento ambiguo dell’assessore Gucciardi, nonostante il pubblico impegno, anche assunto al tavolo della Prefettura del 7 settembre».

«All’ass.re Gucciardi – continua il Comitato – chiediamo di ripristinare immediatamente il ritorno alle regole e ai principi della buona amministrazione più volte calpestati dal Direttore Generale del Papardo – Piemonte, chiedendone l’immediata rimozione, così come la revoca dell’intempestiva delibera n° 602/DG del 16 settembre, che sancisce la chiusura dell’Ospedale.
Per concludere, stigmatizziamo l’eccessivo ricorso dell’Azienda Papardo – Piemonte a provvedimenti disciplinari inoltrati da una commissione impropriamente creata, per il controllo delle opinioni espresse dai dipendenti nei social network.
Ciò autorizza il sospetto che questi provvedimenti disciplinari siano funzionali ad una sorta di controllo del dissenso interno all’azienda».

 

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