Michele Vullo

Il Tar condanna Vullo: “Gestione poco trasparente al Papardo-Piemonte”. Soddisfatto Fials

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Il Tar di Catania ha accolto, «perché fondato», il ricorso presentato del sindacato Fials Messina nei confronti del dirigente generale dell’azienda ospedaliera Papardo-Piemonte, Michele Vullo.

Il sindacato, infatti, con nota 224/15/SP dell’11 luglio 2014, aveva richiesto al dg Vullo – senza ottenere risposta entro i termini previsti  – l’accesso a documenti ammnistrativi e l’elenco di tutto il personale dipendente con specifica dei reparti di assegnazione. Richiesta scaturita in seguito al perdurare di «carenze di personale».

Nella nota indirizzata a Vullo, circa un anno fa, Fials precisava: «Vengono segnalati quotidianamente disagi lavorativi a causa della carenza di personale infermieristico e di figure di supporto, operatori Socio-sanitari e ausiliari specializzati nelle varie unità operative».

Insufficienza di personale che, in termini pratici – evidenziava il sindacato –, si traduceva in «disagio e stress nei lavoratori che quotidianamente sostengono carichi di lavoro elevati che, a lungo termine, potrebbero compromettere la sicurezza degli stessi e l’affidabilità della struttura».

La nota redatta da Fials si poneva come obiettivo, per la risoluzione della questione,  «l’immediata assunzione del personale mancante al fine di ripristinare condizioni di vivibilità e dignità lavorativa e livelli adeguati di assistenza».

Alle richieste di fornire il numero e l’elenco dell’area della dirigenza e del comparto con contratto di lavoro a tempo indeterminato – con relative specifiche di assegnazione – e non, però, non era seguita alcuna risposta.

Ora, la notizia – segnalata da Fials – che il Tar di Catania ha condannato Vullo «per violazione degli articoli 22 e 3 della legge 241/1990 per difetto di motivazione nonché violazione dei principi di trasparenza, buon andamento e pubblicità dell’azione amministrativa, eccesso di potere per illogicità e ingiustizia manifesta», come si legge nella sentenza.

E ancora: «Il comportamento assunto dall’amministrazione resistente di mera inerzia all’istanza presentata dalla ricorrente deve effettivamente qualificarsi come illegittimo alla luce dei principi generali di trasparenza e di buona amministrazione di cui alla legge n. 241/1990».

«L’amministrazione resistente – prosegue la sentenza – deve essere condannata a pronunciarsi formalmente sull’istanza presentata illo tempore dalla parte ricorrente entro il termine di giorni 30 dalla comunicazione o notificazione della presente sentenza, motivando le ragioni per cui l’ostensione degli atti richiesti».

L’Azienda ospedaliera Papardo-Piemonte, inoltre, dovrà pagare 1.500 euro di spese processuali, oltre accessori come per legge.

Soddisfatto il sindacato Fials, che attende ora una risposta che non potrà più essere rimandata da parte dell’amministrazione ospedaliera in questione.

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