Nunzio bruno alpinista messinese

Il messinese Nunzio Bruno raggiunge la vetta dell’Ojos del Salado. Prossimo step: l’Himalaya

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Prosegue il progetto “In cima con ME” che il messinese Nunzio Bruno ha dedicato alla madre malata di SLA. L’alpinista ha infatti raggiunto, non senza qualche difficoltà, la vetta dell’Ojos del Salado, a 6891 metri sopra il livello del mare, tra Cile e Argentina. La prossima tappa sarà l’Himalaya. Prima però, alcuni controlli medici e un po’ di riposo. Ecco com’è andata.

Di lui vi avevamo già parlato: Nunzio Bruno ha 42 anni e a ottobre 2022 ha lanciato il suo progetto per sensibilizzare la popolazione e raccogliere fondi da destinare alla ricerca scientifica sulle malattie degenerative. Un’iniziativa, dicevamo, che l’alpinista siciliano dedica innanzitutto alla madre. L’obiettivo è quello di scalare il Manaslu, con una vetta di 8.163 metri, situato in Nepal sulla catena himalayana.

Oggi Nunzio Bruno si sta riprendendo da un’impresa riuscita ma con molte difficoltà: arrivare alla vetta dell’Ojos del Salado. Una vera sfida che l’alpinista messinese racconta così: «Ho rischiato tanto ma il pensiero di dovercela, ma forse non potercela fare, è stato più forte e mi ha salvato questa scalata, a differenza di altre, è molto wild, parecchio selvaggia, nel percorso iniziale non esistono né strutture né campi, nessun tipo di aiuto dunque (siamo all’interno di un deserto dove non si trova nulla per più di 5 ore di jeep) una spedizione all’antica… All’inizio eravamo in quattro, due guide e un ragazzo proveniente dal Kuwait, che ha abbandonato dopo un’ora. Superati i 5500 metri abbiamo continuato a piedi e dovuto affrontare forti raffiche di freddo, vento, ghiaccio e neve fresca fino al ginocchio, immaginate l’estrema fatica».

«Più volte ho pensato di mollare – aggiunge – a circa 100 metri dalla vetta ho cercato di velocizzare, avevo una tosse fortissima e respiravo male, arrivato in vetta respiravo a malapena, la guida ha riscontrato in me un principio di edema polmonare, ho preso subito una pillola e tempo di lasciare in cima la bandiera siciliana, che porto sempre con me, sono sceso immediatamente per evitare conseguenze più gravi, ho anche lasciato lo zaino così da essere più leggero, poi recuperato da chi era con me».

Adesso Nunzio Bruno è in Argentina e si sta sottoponendo a tutti i controlli medici del caso. Ci vorrà un po’ di tempo per recuperare le condizioni fisiche ottimali e avviarsi alla prossima tappa: l’Himalaya.

Prima dell’Ojos del Salado, l’alpinista siciliano aveva tentato la salita sull’Aconcagua (6961 mt), una delle sette montagne più alte del pianeta, che si trova in Argentina sempre sulla cordigliera delle Ande e non lontano dall’Ojos. «Purtroppo – racconta – è andata male, perché poco dopo essere partiti da “Nido de condores”, campo a 5350 mt sono scivolato perdendo un bastone sinistro, un rampone sinistro e una moffola (guanto in piuma), malgrado gli sforzi per arrivare sino a 6600 mt ho dovuto in seguito abbandonare poiché, essendo da lì in poi tutto ghiacciaio, avrei rischiato sicuramente di cadere, pensando al perché ero lì e alla mia famiglia e persone care ho deciso di scendere, come insegnano i grandi alpinisti Moro e Messner… la montagna e la vita vanno rispettati. Tra l’altro ho riscontrato problemi persino con la guida locale, è dovuta intervenire anche la polizia del luogo – conclude Bruno è stata comunque un’ascensione utile perché mi sono acclimatato e sono potuto ripartire presto per il vulcano; l’acclimatamento si mantiene circa per 72 ore».

Maggiori informazioni su “In cima con ME” sulla pagina Instagram e su Facebook.

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