Dai fasti della Rassegna cinematografica internazionale al buio di un sipario calato. Perché la centralità culturale di Messina è andata perduta? È stato questo, in sintesi, l’interrogativo che ha animato il dibattito con le scuole che si è tenuto, questa mattina, in fiera. Non solo cinema e memoria ma impegno attivo e proiezione verso il futuro: questo il messaggio fatto arrivare ai ragazzi presenti. L’occasione è stata offerta dal Cirs nell’ambito della presentazione del “Galà benefico di preapertura della 60° Rassegna Cinematografica Internazionale Messina-Taormina”, che si terrà domani all’ex Irrera a Mare. Una presentazione insolita che ha voluto rappresentare, soprattutto, un importante momento di riflessione.
Cosa possiamo fare in concreto per dare nuovo slancio alla cultura nella nostra città? A rispondere ai quesiti degli studenti dell’Istituto tecnico “A. M. Jaci”, dell’Istituto professionale “Antonello” e del Liceo classico “F. Maurolico”, è stato un nutrito gruppo di ospiti: il giornalista e moderatore Massimiliano Cavaleri; l’ex presidente dell’Ente teatro e attuale presidente regionale Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), Egidio Bernava; il professore e studioso Franz Riccobono; il medico e scrittore Giuseppe Ruggeri; l’architetto Clarastella Vicari Averso; l’avvocato Aura Notarianni; il giovanissimo Alfredo Finanze.
Egidio Bernava — dopo un breve excursus sulla storia della Rassegna cinematografica nata a Messina nel 1955, nell’ambito dell’agosto messinese, grazie a un’intuizione di Lucio Speranza — ha sottolineato l’importanza di guardare al passato per recuperare speranze per il futuro. Nel suo intervento, ha messo in risalto come il cinema nel Dopoguerra abbia fatto da trade union linguistica e culturale per l’Italia, favorendo l’unità nazionale. «La cultura — ha precisato — non deve essere concepita in termini di disponibilità di somme di denaro ma di obiettivi».
Riccobono, a questo proposito, ha ricordato come i fondatori della Rassegna siano stati infatti «uomini illuminati — a differenza dell’attuale classe dirigente —, con un importante bagaglio formativo che gli ha consentito di investire sulla crescita culturale ed economica» di una società che usciva piegata ma non spezzata dalla guerra.
Oggi, invece, è molto diffuso un atteggiamento di disaffezione nei confronti della città che — secondo Cavaleri — può esser vinto solo grazie all’amore e a un ritrovato senso di appartenenza e identità, a partire dal cinema che rappresenta ancora un potente veicolo di comunicazione.
Anche Ruggeri ha posto l’accento sull’importanza dell’identità — diversa dal campanilismo con il quale spesso viene confusa. «Solo un atteggiamento di apertura — ha detto — può generare ricchezza e darle fondamento. Senza apertura non si dà accoglienza e cresce il rischio di chiusura e abbruttimento».
Un’identità dunque che non deve essere “sosta”. Concetto ribadito, durante il suo intervento, dall’architetto Clarastella Vicari Aversa che ne ha parlato in termini di mutevolezza e movimento.
Mai dunque lasciarsi andare alla nostalgia di trascorsi gloriosi ma assumere il passato per poi “dimenticarlo” e guardare avanti: è stato proprio questo il leit motiv che ha messo tutti d’accordo. D’altronde anche il filosofo Friedrich Nietzsche scriveva: «Noi abbiamo bisogno di Storia, ma per la vita e per l’azione» e non per ritrarci da esse.
Intanto, domani sera sarà la volta del Gala, che farà rivivere l’ex Irrera a Mare, e vedrà la presenza dell’attrice Claudia Cardinale. L’evento, organizzato dal Cirs, è finalizzato alla raccolta fondi per creare borse lavoro da destinare a giovani in stato di disagio.
Giusy Gerace
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