Fumo nero alla Raffineria di Milazzo. La preoccupazione e le reazioni politiche

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Era nera e per niente rassicurante la fumata che, ieri mattina, ha avvolto la raffineria di Milazzo, e che, venerdì sera, è stata preceduta da fiammate più alte del solito, a detta dei residenti.

Secondo un comunicato rilasciato dalla Raffineria, le emissioni anomale sarebbero dovute alle «operazioni di avviamento all’impianto Fcc», durante le quali «possono verificarsi dei transitori con produzione di gas in eccesso che vengono convogliati in torcia».

Tempestive le reazioni politiche, a partire dal sindaco Giovanni Formica, che, appreso l’accaduto, ha immediatamente inviato una richiesta all’Arpa Messina e all’Arpa Sicilia affinché attivassero le procedure di legge.
«Ho accertato personalmente l’accaduto, ricevendo segnalazioni da parte dei cittadini anche riguardo la presenza di odori nauseanti ed irritanti in particolare nel quartiere di San Pietro ha detto il primo cittadino   e ho chiesto all’Arpa un intervento a Milazzo per verificare l’entità del possibile danno ambientale».

E a seguito della richiesta del sindaco l’Arpa è immediatamente giunta a Milazzo effettuando dei controlli sia nella città del Capo, sia all’interno della Raffineria, sia nel Comune di San Filippo del Mela.

In merito si è espresso anche il meetup “Milazzo in Movimento”, dichiarando che «già nel settembre dell’anno scorso ci dissero che era normale che il serbatoio bruciasse per una settimana. Oggi lo stanno dicendo ancora scusandosi per l’inconveniente. Siamo così costretti, nuovamente, a leggere dei risicati comunicati sul sito della raffineria in cui si minimizza il tutto (comunicato delle 14.46 del 19/07). Non viene riportato nessun dato relativo all’inquinamento e nessuna informazione su quali materiali si stanno utilizzando per far ripartire gli impianti. Dovremmo accontentarci di questo? Di quale gas parla la raffineria nel suo comunicato e cosa rilascia nell’atmosfera? Ed il vapore che fuoriesce dagli impianti perché è giallino e non bianco?».

«Su tutto questo – continua il meetup – attendiamo risposte dalla RM e dalle istituzioni, quali l’ARPA ed il Comune. Risposte che comunque serviranno a prendere provvedimenti, anche impiantistici, futuri ma non potranno certo essere consolatrici per chi subisce adesso, inerme, questi accadimenti . Come non potranno certo essere riparatrici dell’ennesimo colpo all’immagine della valle del Mela e della città mamertina in particolare. Quest’ultima già provata dalla situazione cittadina e dalle spiagge sporche, con i turisti, anche stranieri che si indignano, riportando con enfasi le foto dell’area industriale più che delle bellezze naturali ed architettoniche della nostra cittadina. La Raffineria di Milazzo crede, probabilmente, di poter non tenere conto neanche di quest’aspetto e, continuando a puntare le live cam sulla città e non sulle ciminiere che da ore anneriscono il cielo, credono di minimizzare l’accaduto continuando a non informare».

Non è mancata la reazione  di Carmelo Picciotto, presidente provinciale di Confcommercio: «La nube sprigionata ieri alla Raffineria di Milazzo ha generato comprensibile allarme fra i cittadini e i commercianti che adesso temono ricadute negative sulle proprie attività. Questo bigliettino da visita con cui Milazzo si presenta ai turisti non è assolutamente tollerabile. Il nostro delegato di Milazzo, Rosario Calogero, ha raccolto il grido di dolore dei nostri associati in un momento in cui le aziende del commercio, della ristorazione, del turismo e dei servizi, tentano con notevoli difficoltà, il proprio rilancio. L’episodio di ieri ripropone, anche se in misura ridotta, il problema del possibile inquinamento. Vanno subito fatte le verifiche necessarie. Infine nei prossimi giorni la questione e più in generali quelle del commercio saranno al centro di un incontro già fissato con l’assessore comunale Torre».

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