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Fs: «Niente tagli sullo Stretto». Le reazioni di Orsa e dei promotori del corteo del 14 febbraio

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orsa manifesta«Non sarà effettuata alcuna riduzione nell’offerta di trasporto ferroviario da e per la Sicilia». Questo è quanto assicura Fs che ha diramato un comunicato congiunto  dell’ad di Fs, Michele Mario Elia, e l’assessore ai Trasporti della Regione Siciliana, Giovanni Pizzo.

Nella nota si legge che «non sarà effettuata alcuna riduzione nell’offerta di trasporto ferroviario da e per la Sicilia» e che è stato concordato di «avviare ogni possibile azione di miglioramento per ridurre sensibilmente i tempi di viaggio delle tratte interne e dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia».

Una notizia che l’Orsa accoglie positivamente, ma con la dovuta cautela. Infatti, ribadisce che Fsi, in rispetto delle relazioni industriali, dovrebbe smentire ufficialmente i tagli annunciati convocando le sigle sindacali nazionali alle quali il 2 febbraio scorso è stato presentato il piano di riduzione dell’offerta ferroviaria a lunga percorrenza da e per la Sicilia.

«Pur prendendo atto dell’eventuale passo in avanti – il sindacato di settore ribadisce –, la vertenza è tutt’altro che conclusa, sin dal primo istante l’Orsa ha dichiarato che l’obiettivo della lotta non è mantenere l’esistente ma modernizzare e potenziare il collegamento ferroviario a lunga percorrenza, fermo restando il servizio con i mezzi veloci (ex Metromare) che resta indispensabile per il pendolarismo fra le due sponde e per la concretizzazione dell’area integrata dello Stretto, ma non può sostituire il servizio universale».

A tal proposito, infatti, il movimento popolare 14 febbraio ha consegnato al sindaco Renato Accorinti, all’assessore Regionale ai Trasporti Pizzo e al Ministro Lupi, tramite l’onorevole Vincenzo Garofalo, una proposta per ammodernare il servizio essenziale e ridurre i tempi di viaggio.

L’Orsa, intanto, rimane in attesa di un confronto con Fsi al fine di stabilire tempi e modalità per il miglioramento dei collegamenti ferroviari da e per la Sicilia. Confermato lo sciopero dei ferrovieri proclamato per il 25 marzo prossimo dal sindacato.

 

«Esprimiamo soddisfazione per il passo indietro doveroso nei confronti non solo della città di Messina, ma di tutta la comunità dello Stretto e della Sicilia, che rischiava di vedere seriamente compromessi i propri diritti costituzionali alla mobilità e di continuità territoriale». Così,Alessandro Russo, Francesco Palano Quero, Giuseppe Siracusano, Armando Hyerace e Liliana Modica.

 

«È il primo e più evidente risultato dell’impegno profuso dalla città e dalle sue forze vive – dichiarano –, dalle istituzioni e dalle numerose sigle che hanno aderito trasversalmente alla manifestazione del 14 febbraio scorso. A significare l’importanza e la centralità della rivendicazione di cittadinanza che in piazza è stata fatta, nonostante gli scetticismi e le posizioni volutamente di distinguo su un tema che richiede e richiederà anche in futuro la massima partecipazione e vigilanza della città tutta e delle sue forze migliori».

 

«Il #ferribottenonsitocca, è stato detto. Ma il vero impegno da oggi in avanti dovrà essere #trenieuropei, ossia una battaglia concentrata in forte pressione politica su Fs e sul Governo Renzi, affinché i tanti finanziamenti necessari per ammodernare le infrastrutture ferroviarie e navali della Sicilia vengano finalmente individuati e spesi, anche per rendere la continuità territoriale un principio in linea coi tempi: treni davvero più veloci su linee ferrate che consentano in massimo due ore l’attraversamento della Sicilia e accorcino notevolmente le distanze tra l’Isola e il resto d’Italia.  Non serve solo la difesa dell’esistente, bensì occorre concentrare tutte le nostre forze per chiedere investimenti certi, quantificabili, verificabili e cantierabili. Il tempo delle rassicurazioni verbali deve intendersi completato. Adesso è il tempo delle realizzazioni».

 

«Noi ci saremo sempre – concludono –, operando, secondo i propri canali di pressione politica, su Governo e Fs affinché queste risorse irrinunciabili, magari da individuarsi tra quelle scippate dalle previsioni del Ponte sullo Stretto, vengano dirottate nuovamente in Sicilia».

 

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