“Fiumara d’Arte” rinasce dopo 40 anni. Prosegue il progetto di restauro

Pubblicato il alle

6' min di lettura

Il più grande restauro di una galleria d’arte en plein air. Per salvarla dal degrado e dalla dimenticanza, dalle imposizioni e dall’immobilismo. La Fiumara d’Arte nata nel 1986 lungo gli argini del fiume Tusa, nel Messinese, dall’intuizione del mecenate Antonio Presti, versava da anni in uno stato di abbandono: sette delle otto istallazioni, firmate da alcuni tra i più grandi artisti del Novecento, giacevano rovinate, consunte dal sole; la maggior parte in cemento armato, ormai corrotto dal suo interno.

La Finestra sul Mare di Tano Festa – l’opera più nota e visibile, ma soltanto terza per anzianità dopo La materia poteva non esserci di Pietro Consagra e Una curva gettata alle spalle del tempo  di Paolo Schiavocampo – era tra le più rovinate e da questa è partito il più grande restauro di un museo all’aria aperta, mai realizzato. Dopo una lunga storia paradossale di sequestri e procedimenti giudiziari durata 25 anni, soltanto nel 2006 una legge della Regione Siciliana ha riconosciuto quel Parco di Fiumara d’Arte che oggi sta rinascendo pian piano. Il progetto di restauro, finanziato con fondi europei, dovrà essere concluso in autunno, ma già da questi mesi sono più che visibili gli interventi che stanno riportando alla luce le sculture, consolidate, restaurate, ripristinate nelle parti mancanti.

«Fiumara d’Arte è un’opera viva non una mummia – dice Antonio Presti. È giusto rileggere ogni opera e documentarne soprattutto la contemporaneità. La semina spirituale della Bellezza vuole come raccolto sempre una nuova semina da consegnare alle generazioni future. Etica ed estetica in un legame indissolubile per una rinnovata Politica dell’essere, una politica sociale forte, fatta di impegno civile e resistenza rispetto a un sistema che sin dall’inizio ha ostacolato non solo la genesi, ma anche il suo divenire».

«Fiumara d’Arte e l’Atelier sul Mare – interviene Antonio Purpura, assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana – costituiscono due espressioni di grande rilievo dell’arte moderna che assume configurazioni originali anche dal punto di visto della location. Un museo en plein air e un albergo nel quale il soggiorno diventa un’esperienza artistica.  Il territorio della Valle dell’Halaesa deve molto ad Antonio Presti. Tutta la Sicilia gli deve molto. Il riconoscimento di Fiumara d’Arte come luogo dell’identità e della memoria, decretato dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’identità siciliana, lo attestano in  modo univoco. Ad Antonio Presti la Regione chiede di continuare la sua opera nella Valle e negli altri territori dell’Isola nei quali essa è già stata avviata o che la fertile creatività di Antonio ha già  individuato».

Labirinto di AriannaIl valore dell’operazione è anche e soprattutto didattico: il restauro di un’opera d’arte contemporanea porta con sé problematiche più strettamente legate alla conservazione e alla storicizzazione o meno dell’istallazione. E in questo caso Antonio Presti, che del restauro cura la direzione artistica, ha scelto strade diverse legate alle singole opere, ognuna con una sua storia, ciascuna con un suo autore e vita. Si parla infatti di conservazione per un’opera d’arte storicizzata (opere di Tano Festa, Piero Dorazio, Piero Consagra); si uniscono conservazione e trasformazione se l’artista è ancora vivente (come nel caso di Paolo Schiavocampo, Mauro Staccioli o Italo Lanfredini) e può intervenire in prima persona, non restaurandola nel senso tradizionale del termine ma reinterpretandola in modo creativo. Infine, un’opera d’arte contemporanea può essere “rigenerata” attraverso nuove forme o linguaggi, dal landscape design ai designer della luce; e in questo caso è la stessa opera a restituire, la sua anima a questa contemporaneità. Ma il suo restauro può divenire – come sta avvenendo in concreto, in accordo con l’Accademia di Belle Arti di Palermo – motivo di studio e di discussione in corsi di storia e comunicazione dell’arte, con l’apertura di campus didattici e laboratori sul posto.

«Le sculture monumentali di Fiumara d’Arte necessitano di un restauro, dopo anni vissuti in maniera più o meno spontanea – scrive il critico d’arte Adriana Polveroni, direttore di Exibart. Il loro stato attuale esemplifica simbolicamente il caos, il disordine legislativo in cui hanno continuato a vivere. Ma per operare quella trasformazione che, dal disordine porti al nuovo ordine instaurato dall’arte, occorre che la conservazione non si riduca a un mero ripristino del pre-esistente, ma inauguri un nuovo corso, una nuova vita delle stesse opere».

Il progetto di restauro di Fiumara d’Arte che investe otto delle nove sculture è un impegno enorme, ma sarà completato in autunno. I fondi assegnati al Consorzio Intercomunale Valle dell’Halaesa per il restauro e l’implementazione di Fiumara d’Arte provengono da un Po Fesr 2007-2013, per un importo di circa 1.650.000 euro che diventano 2.300.000 con i costi di progettazione, consulenze artistiche, espropri, produzione pubblicazioni scientifiche, attività di divulgazione e promozione. Alla gara hanno partecipato 113 imprese. Ad aggiudicarsi i lavori è stata la Re.Co.Ge s.r.l. di Paternò (Ct) con un ribasso del 33,4675 %. Non verrà restaurata la camera ipogea di Hidetoshi Nagasawa che Antonio Presti, redigendo il suo testamento, ha voluto chiudere per cento anni per poterla consegnare, integra, alle generazioni future.

La materia«Una bellezza universale – spiega Presti – che non conosce spazio e tempo, manifestando in questa società contemporanea annichilita dal nulla, il grande valore della rinuncia».

Il progetto è stato redatto dal Rtp “Viaggiando nell’Arte”, di cui fanno parte l’architetto Giuseppe Siragusa (capogruppo), l’ingegnere Pietro Faraone (esperto lavori pubblici), il professor Francesco Asta (già docente di Restauro urbano e Restauro dei monumenti alla Facoltà di Architettura di Palermo), l’architetto Enzo Venezia (artista e scenografo) e l’ingegner Irene Trapani.

La conservazione delle opere storicizzate avviene con puro approccio metodologico di restauro seguendo le linee di Cesare Brandi, di cui sarà lasciata  ampia documentazione per futuri cicli manutenzione.

 

(772)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.