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Fondi ai comuni marginali, D’Uva interroga il governo: «Rivedere norme di accesso»

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Si torna a parlare di comuni marginali. Il deputato messinese del Movimento Cinque Stelle, Francesco D’Uva, ha presentato un’interrogazione al governo richiedendo l’opportunità di monitorare le «difficoltà legate agli interventi finanziati con il decreto di ripartizione del Fondo di sostegno ai comuni marginali». Posti come Messina, infatti, non risultano nella graduatoria pubblicata dall’Agenzia per la Coesione Territoriale.

«L’obiettivo – dichiara D’Uva – è adottare le iniziative necessarie a garantire nuovi utilizzi delle risorse in questione, come la costruzione di infrastrutture ex novo su aree pubbliche. Ringrazio il Ministro del Sud e la Sottosegretaria Dalila Nesci, presente oggi in Aula, per l’impegno assunto nell’intento di migliorare gli strumenti messi in campo e di  supportare i comuni italiani, in particolare quelli del Mezzogiorno, colpiti dal fenomeno dello spopolamento».

«Ci sono diverse realtà in tutto il Paese – prosegue il parlamentare – in cui, pur essendoci un forte spopolamento, la soglia di povertà non è tale da consentire l’accesso ai suddetti fondi. Ciò accade anche nella mia città, Messina, che, come tantissimi altri comuni italiani, non può godere di questa forma di sostegno. Una vera e propria stortura che colpisce una miriade di comuni, in particolare al Sud, rispetto alla quale sono urgenti tutti i correttivi necessari».

Quello dello spopolamento è un problema che riguarda soprattutto il Sud Italia, con 1.101 comuni su 1.187 del Mezzogiorno che riceveranno i contributi dal governo, di cui 56 in provincia di Messina (che continua a perdere popolazione).

«Stiamo vivendo – conclude l’esponente M5S – una fase molto delicata. Ci sono tante risorse disponibili e la criminalità organizzata è pronta a metterci le mani sopra. Dobbiamo impedire che ciò avvenga. Molte Regioni stanno siglando, con i Comandi della Guardia di finanza e la Direzione Nazionale Antimafia, dei protocolli per il rafforzamento delle reciproche azioni a tutela della legalità nell’utilizzo delle risorse finanziarie pubbliche legate ai fondi del Pnnr. Sarebbe auspicabile che tali protocolli fossero previsti per legge e non lasciati alla discrezionalità delle singole Regioni. Sono certo che il Governo considererà tutte le ipotesi atte a tutelare la nostra economia legale».

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