Un’eruzione, una serie di episodi parossistici e una nube di cenere alta 6 km. Questo copione si è verificato e continua a verificarsi spesso intorno a quello che è il vulcano più alto d’Europa. E ieri mattina, l’Etna si è ripetuto in un’altra, affascinante eruzione che gli ha consentito di raggiungere una nuova vetta.
L’osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) ha fatto sapere che l’emissione di cenere prosegue «ad intensità oscillante, alimentando una nube eruttiva diretta verso sud-est».
È proprio il cratere sud-est quello che ha generato più fenomeni esplosivi, circa 50 a partire dal 16 febbraio 2021. Tale frequenza ha permesso all’Etna di aumentare la sua vetta, portando l’altezza del Vulcano a 3.357 metri, un nuovo record.
«Gli eventi succedutisi nel 2021 – si legge in una nota dell’INGV – hanno accumulato notevoli quantità di materiale piroclastico e strati di lava sul cono del cratere di sud-est, il più giovane e più attivo dei quattro crateri sommitali dell’Etna, portando ad una cospicua trasformazione della sagoma del vulcano. Il cratere di sud-est è ormai di gran lunga più alto del “fratello maggiore”, il cratere di nord-est, da 40 anni la vetta indiscussa dell’Etna».
Il nuovo record di 3.357 metri supera di quasi 30 metri il precedente (3.330) e ha, secondo i tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica, un’incertezza di 3 metri. È stato possibile elaborare questa stima grazie due triplette di immagini del satellite Pléiades acquisite il 13 e il 25 luglio 2021, nell’ambito della partnership internazionale Geohazard Supersites and Natural Laboratories.
(Foto © AdnKronos)
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