foto degli studi sulla smoking land, i camini vulcanici dell'isola di panarea - isole eolie - messina

Ecco lo “Smoking Land”: oltre 200 camini vulcanici sul fondale di Panarea – VIDEO

Pubblicato il alle

3' min di lettura

journal.pone.0190710.g001bMessina. Scoperto lo “Smoking Land” sul fondale tra Panarea e l’isolotto di Basiluzzo: un sito idrotermale costituito da oltre 200 camini vulcanici. Si tratta di una struttura di tale estensione e complessità da non avere equivalenti nel Mediterraneo, ma solo in alcune aree oceaniche.

Nel 2002, un’improvvisa e forte attività esalativa tra gli isolotti di Panarea ha destato la curiosità di diversi studiosi e, in particolare, di Giovanni Bortoluzzi, oceanografo Ismar-Cnr recentemente scomparso. Da allora, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr), dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in collaborazione con la Marina Militare, le Università di Messina e di Genova e l’Istituto per l’ambiente marino costiero (Iamc-Cnr), ha dato il via a numerose campagne oceanografiche all’interno dell’area, condotte a bordo di navi appartenenti agli istituti.

foto degli studi sui camini vulcanici dell'isola di panarea - isole eolie - messinaIl 2015 è stato l’anno decisivo. «Durante una campagna tra le Isole Eolie a bordo della nave Astrea – ha spiegato Teresa Romeo, primo ricercatore dell’Ispra – il Rov (Remotely operated underwater), un robot filoguidato dotato di una videocamera, una fotocamera e un braccetto meccanico, ha registrato la presenza di decine di camini vulcanici». Da alcune di queste strutture sottomarine, colonizzate da alghe e organismi acquatici, fuoriuscivano fluidi idrotermali e bolle di gas.

«Lo “Smoking Land” – ha spiegato Federico Spagnoli, ricercatore Ismar-Cnr – è costituito da decine di strutture a forma di cono, composte soprattutto da ossidi di ferro, che presentano un’altezza variabile da 1 a 4 metri e una base con diametro medio di circa 3.8 metri. Alcune di queste bocche emettono fluidi acidi, ricchi di gas, in prevalenza di anidride carbonica».

Al momento, i ricercatori italiani stanno portando avanti gli studi intrapresi, monitorando continuamente i fondali tra Panarea e l’isolotto di Basiluzzo, per comprendere come si sia originato il fenomeno e quale sia stata e sarà l’evoluzione delle oltre 200 strutture sottomarine che compongono lo “Smoking Land”.

I risultati di quest’attività esplorativa e di studio nell’arcipelago eoliano sono stati pubblicati sulla rivista Plos One, consultabile gratuitamente online, all’interno di uno studio dal titolo Exceptional discovery of a shallow-water hydrothermal site in the SW area of Basiluzzo islet (Aeolian Archipelago, South Tyrrhenian Sea): an environment to preserve). La ricerca fornisce nuove informazioni sulle caratteristiche  minero-geochimiche e biologiche dei sistemi idrotermali superficiali del mar Mediterraneo.

(Le immagini sono state prese dall’articolo pubblicato dai ricercatori su Plos One)

(740)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.