Messina. Scoperto lo “Smoking Land” sul fondale tra Panarea e l’isolotto di Basiluzzo: un sito idrotermale costituito da oltre 200 camini vulcanici. Si tratta di una struttura di tale estensione e complessità da non avere equivalenti nel Mediterraneo, ma solo in alcune aree oceaniche.
Nel 2002, un’improvvisa e forte attività esalativa tra gli isolotti di Panarea ha destato la curiosità di diversi studiosi e, in particolare, di Giovanni Bortoluzzi, oceanografo Ismar-Cnr recentemente scomparso. Da allora, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr), dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in collaborazione con la Marina Militare, le Università di Messina e di Genova e l’Istituto per l’ambiente marino costiero (Iamc-Cnr), ha dato il via a numerose campagne oceanografiche all’interno dell’area, condotte a bordo di navi appartenenti agli istituti.
Il 2015 è stato l’anno decisivo. «Durante una campagna tra le Isole Eolie a bordo della nave Astrea – ha spiegato Teresa Romeo, primo ricercatore dell’Ispra – il Rov (Remotely operated underwater), un robot filoguidato dotato di una videocamera, una fotocamera e un braccetto meccanico, ha registrato la presenza di decine di camini vulcanici». Da alcune di queste strutture sottomarine, colonizzate da alghe e organismi acquatici, fuoriuscivano fluidi idrotermali e bolle di gas.
«Lo “Smoking Land” – ha spiegato Federico Spagnoli, ricercatore Ismar-Cnr – è costituito da decine di strutture a forma di cono, composte soprattutto da ossidi di ferro, che presentano un’altezza variabile da 1 a 4 metri e una base con diametro medio di circa 3.8 metri. Alcune di queste bocche emettono fluidi acidi, ricchi di gas, in prevalenza di anidride carbonica».
Al momento, i ricercatori italiani stanno portando avanti gli studi intrapresi, monitorando continuamente i fondali tra Panarea e l’isolotto di Basiluzzo, per comprendere come si sia originato il fenomeno e quale sia stata e sarà l’evoluzione delle oltre 200 strutture sottomarine che compongono lo “Smoking Land”.
I risultati di quest’attività esplorativa e di studio nell’arcipelago eoliano sono stati pubblicati sulla rivista Plos One, consultabile gratuitamente online, all’interno di uno studio dal titolo Exceptional discovery of a shallow-water hydrothermal site in the SW area of Basiluzzo islet (Aeolian Archipelago, South Tyrrhenian Sea): an environment to preserve). La ricerca fornisce nuove informazioni sulle caratteristiche minero-geochimiche e biologiche dei sistemi idrotermali superficiali del mar Mediterraneo.
(Le immagini sono state prese dall’articolo pubblicato dai ricercatori su Plos One)
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