De Luca replica a Cardile: «Ho usato una espressione scherzosa e provocatoria»

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Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, risponde alle parole del presidente del Consiglio Comunale, Claudio Cardile – che lo ha accusato di body shaming – e passa al contrattacco: «Verrà ricordato come il Presidente che non ha saputo fare altro che buttare fuori dall’aula due Donne nonché Assessori che avevano la sola “colpa” di non essere rimaste in silenzio».

È ancora scontro tra le pareti di Palazzo Zanca. Dopo la nota con cui il rappresentante del Civico Consesso aveva annunciato una denuncia nei confronti del Primo Cittadino, questi ha replicato, rigettando le accuse («ho usato una espressione scherzosa e volutamente provocatoria») e puntando il dito contro Cardile stesso per quanto avvenuto durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale.

Pubblichiamo, di seguito, la nota integrale inviata ieri sera dal sindaco di Messina, Cateno De Luca:

«Il Presidente Cardile mi ha fatto sapere che intende denunciarmi in quanto mi sarei reso responsabile di “body shaming perché nella diretta di ieri mattina (il 4 agosto, ndr) gli ho detto che “ha mostrato i lardo muscoli” nella seduta di Consiglio in cui ha buttato fuori l’Assessore Musolino dopo averle negato la parola ed averle impedito di potere svolgere il suo intervento. Non mi stupisce il tentativo di Cardile di ribaltare su di me il peso della sua consueta inadeguatezza politica, non è la prima volta che lo fa, e respingo al mittente le sue accuse che risultano assolutamente puerili e costituiscono il mero tentativo di distogliere l’attenzione dalle gravi violazioni al regolamento del Consiglio Comunale di cui si è reso, ancora una volta, colpevole.

Trovo francamente risibile, per non dire di peggio, che il Presidente del Consiglio Comunale accusi me di avere compiuto un atto di bullismo quando lui stesso, nella seduta del 3 febbraio 2021 ha consentito che alcuni consiglieri comunali insultassero l’Assessore Tringali per oltre 15 minuti, con grida, insulti (“Ce**a”) senza sentire il dovere di intervenire anzi, peggio, assistendo con una malcelata soddisfazione a quello che, a mio avviso, ha rappresentato il punto più basso in cui il Consiglio comunale sia mai scaduto.

Dalla storia Cardile sembra non avere appreso alcuna lezione visto come si è comportato nella seduta di consiglio del 3 agosto, in cui ha fatto sfoggio di muscoli contro l’Assessore Musolino, alla quale prima ha negato per ben due volte la parola e poi, su sollecitazione della sua compagna di partito (consigliere Antonella Russo), ha deciso di “concederla” per poi censurarla dopo 30 secondi e infine “buttarla” fuori dall’aula disponendo che la Polizia Municipale l’accompagnasse fuori.

Mi sarei aspettato che Cardile porgesse le sue scuse all’Assessore Tringali per quanto accaduto in aula il 3 febbraio 2021, che prendesse formalmente le distanze dai consiglieri che hanno insultato e aggredito verbalmente l’Assessore Tringali, che facesse ammenda dei soprusi che lui stesso ha compiuto anche nella seduta del 3 agosto nei confronti dell’Assessore Musolino. Invece Cardile, che evidentemente appartiene a quella categoria di persone che pensano di potere sempre guardare la pagliuzza nell’occhio degli altri e non si avvedono della trave che offusca la loro vista, accusa me di bullismo!

Io ho usato una espressione scherzosa e volutamente provocatoria, perché non mi è piaciuto lo sfoggio muscolare di cui si è reso autore nei confronti delle Assessore della mia Giunta. Attribuire a questa mia espressione una connotazione dileggiante costituisce il patetico argomento di chi, consapevole della sua assoluta inadeguatezza istituzionale a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio, tenta di accrescere la sua credibilità politica ergendosi a difensore di coloro che vivono condizioni di disagio fisico o psichico. Vorrei ricordare al Presidente che io e la mia Giunta, da quando ci siamo insediati, abbiamo assunto molteplici iniziative nelle politiche sociali, di assistenza e sostegno psicologico e materiale. Mentre lui, fino ad oggi, verrà ricordato come il Presidente che non ha saputo fare altro che buttare fuori dall’aula due Donne nonché Assessori che avevano la sola “colpa” di non essere rimaste in silenzio e di avere voluto rivendicare il diritto a manifestare il loro pensiero».

 

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