Da Comitato a Fondazione. Regione pronta a stanziare 648mila euro per Taormina Arte

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Uno spiraglio all’orizzonte per i lavoratori di Taormina Arte. “Complicazioni burocratiche e gestionali”, insite nel passaggio dal vecchio Comitato Tao Arte alla nuova Fondazione Arte Taormina, hanno creato attriti e sollevato polemiche in merito al futuro dei dipendenti delle vecchia guardia. La Regione, però, è ora pronta a stanziare 684mila euro che dovranno servire per l’esercizio provvisorio e per pagare i lavoratori senza stipendio da oltre 8 mesi.

L’assessore regionale al Turismo Cleo Li Calzi ha messo però una condizione: il Comitato  – ha ammonito – dovrà essere prima liquidato per evitare che i vari creditori possano avanzare pretese sui soldi stanziati a favore di Taormina Arte.

Inoltre, lo stesso assessore Li Calzi ha nominato un commissario ad acta, Caludio Giacone, che dovrà facilitare il passaggio alla Fondazione.

Passaggio che, nelle scorse settimane, ha scatenato anche la reazione dei sindacati, preoccupati per il futuro occupazionale dei lavoratori. Nel limbo 12 dipendenti. Slc CgiL, Uilcom Uil e Ugl, a questo proposito, avevano richiesto un incontro urgente  all’ assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Cleo Li Calzi. Incontro necessario per discutere appunto  il futuro dei lavoratori stagionali – attrezzisti, custodi, macchinisti, elettricisti, ecc. –  «che ogni anno, con le proprie professionalità, permettono lo svolgimento delle manifestazioni canore e teatrali nell’incantevole scenario del Teatro Antico di Taormina».

Nei giorni scorsi, invece, i lavoratori, privi dello stipendio, tramite il loro legale hanno presentato un atto stragiudiziale contro, tra gli altri, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore regionale al Turismo, Cleo Li Calzi. Nel documento i 12 dipendenti intimavano e diffidavano «tutte le autorità in indirizzo – ciascuna per quanto di propria competenza – a fare tutto il loro dovere, per disporre l’immediato pagamento delle nostre pregresse spettanze, pari mediamente a circa 15mila euro ciascuno». Tra le rivendicazioni anche un «minimo di garanzia di stabilità occupazionale».

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