Foto di Domenico Siracusano - Referente provinciale Articolo Uno MDP Messina

Corse clandestine di cavalli a Messina: arriva l’interpellanza in Parlamento

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Si torna a discutere di corse clandestine di cavalli a Messina con l’approdo in Parlamento dell’interpellanza firmata dal deputato Nicola Stumpo che rimette al centro della discussione le modalità con cui le mafie fanno sentire la propria presenza all’interno delle città italiane. Nel documento, tra i riferimenti principali, la corsa clandestina filmata a Giostra lo scorso 25 giugno le cui immagini hanno fatto velocemente il giro del social.

A commentare l’interpellanza indirizzata al Ministro dell’Interno dal deputato di Articolo Uno Nicola Stumpo, è il Segretario Provinciale della sezione messinese, Domenico Siracusano: «Si parla tanto, spesso a sproposito, di sicurezza e decoro urbano concentrandosi unicamente su alcuni fenomeni lasciando invece sullo sfondo alcune questioni centrali».

«L‘interpellanza parlamentare – aggiunge Siracusano – vuole tenere accesi i riflettori su fatti che da troppo tempo si ripetono e che segnano nel profondo la comunità messinese. Non ci possono essere “pezzi” di città, in centro e in periferia, che stanno fuori dalla giurisdizione dello Stato diventando “proprietà” di mafie e criminalità organizzata. Serve uno scatto in avanti di tutte le autorità cittadine fuori da ogni sterile propaganda o ricerca di facile consenso».

Di seguito, alcuni stralci dell’interpellanza parlamentare: «Le mafie esercitano il controllo del territorio, non solo attraverso le tradizionali attività di racket, estorsioni e usura – si legge nel documento –, ma anche attraverso azioni dalla forte valenza simbolica, nei territori in cui alla presenza strutturata si affianca una mentalità criminogena diffusa».

Tra queste “azioni dalla forte valenza simbolica” si fa riferimento alle corse clandestine dei cavalli «che insieme agli aspetti legati alle scommesse illegali, al rischio per la incolumità di persone e animali, si caratterizzano come una manifestazione dello strapotere delle mafie che si appropriano di porzioni del territorio coinvolgendo decine di giovani, realizzando un vero e proprio rito collettivo che esalta l’illegalità e un sistema di disvalori pericolosamente capace di coinvolgere e aggregare, anche attraverso l’uso spregiudicato dei social network.

Ancora il 25 giugno 2020, come segnalato da testate giornalistiche e come rintracciabile da diversi video pubblicati sui principali social network, si è svolta l’ennesima corsa clandestina di cavalli nel quartiere Giostra della città di Messina, coinvolgendo decine di scooter che, di fatto, delimitavano il “circuito” sottratto alle regole dello Stato di diritto e privatizzato a beneficio delle mafie; solo per un puro caso fortuito uno dei due «fantini», caduto dal calesse, in mezzo ai motorini in corsa, dopo che il cavallo era andato a finire contro un guard rail, non ha subito lesioni gravi o messo a rischio la propria incolumità».

«Il perpetuarsi di tali manifestazioni – scrive Stumpo –, oltre a generare un flusso di proventi illeciti legati alle scommesse illegali e a mettere in serio pericolo la salute di animali pesantemente dopati e persone in una condizione di sostanziale rischio per la velocità e la vicinanza con scooter e motorini, riafferma in maniera inequivocabile il potere delle cosche e il loro predominio sul territorio; dalle immagini e da alcune segnalazioni emerge come la presenza di giovani e giovanissimi, in taluni casi anche minorenni, trasformi questa manifestazione di illegalità in una sorta di rito iniziatico rispetto all’adesione ai disvalori delle mafie».

«Non è tollerabile – conclude – né accettabile che porzioni di territorio possano essere sottratte alla giurisdizione dello Stato per diventare zone franche senza regole e leggi».

Fatte queste (e altre) premesse, il deputato Nicola Stumpo chiede al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese quali iniziative siano state messe in atto o siano in programma per contrastare questi fenomeni, tramite la Prefettura di Messina, «anche attraverso l’attivazione delle competenze e delle risorse del “Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica”, con il pieno coinvolgimento degli enti pubblici e delle amministrazioni locali».

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