Dopo il blitz di qualche giorno fa il sindaco Cateno De Luca è tornato al Gran Camposanto di Messina per cercare di vederci più chiaro sulle «anomalie» da lui rilevate nella gestione dei cimiteri di competenza di Palazzo Zanca. A non convincere il Primo Cittadino, le modalità con cui sono stati aggiudicati gli appalti nel corso degli anni.
Già lo scorso 5 luglio Cateno De Luca si era recato al Cimitero Monumentale di Messina per uno dei suoi blitz a sorpresa e aveva parlato di pratiche “lobbistiche” per quel che riguardava, appunto, la gestione degli appalti che, stando a quanto riportato, sarebbero stati aggiudicati sempre alle stesse ditte negli ultimi 50 anni. Oggi, dopo nuovi accertamenti, sembrano essere emersi nuovi dati relativi soprattutto alla suddivisione di costi e guadagni tra pubblico e privato.
«Sono di nuovo al Gran Camposanto – ha esordito il Sindaco nel video pubblicato sui social poche ore fa. Avevo chiesto al Dirigente del Dipartimento Cimiteri di risolvere alcune anomalie che vi descriverò a breve. Sono sul tetto del deposito delle salme che rimangono in attesa per essere tumulate. Ci sono impianti costosissimi mai attivati. Abbiamo visitato anche l’obitorio con centinaia di migliaia di euro di attrezzature comprate e buttate lì mai utilizzate. Ho potuto constatare che qui girano milioni di euro, che tutti i servizi del cimitero sono stati privatizzati. Tutti! Non c’è mai un servizio gestito dal Comune. Questo con un meccanismo interessante che stiamo approfondendo: i guadagni sono dei privati, i costi del Comune».
E per fare comprendere meglio di cosa si sta parlando, il sindaco De Luca ha voluto portare ai propri spettatori di Facebook un esempio: «Abbiamo servizi appaltati, ad occhio, per circa 4 o 5 milioni di euro l’anno tra i servizi di polizia mortuaria, i servizi di luce votiva e perpetua, i servizi di cremazione. Di tutto questo, lo sapete quanto incassa il Comune di Messina contando questo cimitero e gli altri 16 suburbani collegati? Circa 50 mila euro l’anno. I custodi, che saranno circa una quindicina, ci costano mediamente 30 mila euro, quindi spendiamo circa 500 mila euro l’anno».
«In più – aggiunge – abbiamo in carico i servizi di pulizia, il costo dell’energia elettrica, dei vari impianti di illuminazione delle aree comuni, cui vanno aggiunti i costi dell’intero Dipartimento. Possiamo vedere, in definitiva, come quello che in ogni normale comune è un servizio che si chiude in pareggio, arrivi qui a cifre enormi. Palazzo Zanca spende almeno 2 milioni, 2 milioni e mezzo l’anno, mentre i privati gestiscono servizi per 4 o 5 milioni di euro l’anno, e al Comune danno a malapena 50 mila euro».
«Ma la cosa più paradossale – prosegue il sindaco Cateno De Luca – è che ci sono privati che sono qui dal 1955. Altri, sempre gli stessi, vincono le gare perché probabilmente sono “fortunati”. Noi qualche gara l’abbiamo annullata l’altra notte, stiamo continuando il monitoraggio e stiamo facendo quello che avrebbe dovuto fare qualche dirigente. Qualche “fata morgana” si è messa in malattia perché gli abbiamo notificato lo spostamento presso un altro dipartimento, perché ora si apre il momento della bonifica di queste anomalie».
«Ma non ci fermiamo – conclude De Luca – andremo fino in fondo. E se troveremo qualcosa di strano lo segnaleremo a chi di competenza».
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