Conclusa al Castello di Spadafora la mostra collettiva “Io non uso! Ri-uso”

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Con oltre duemila presenze in quindici giorni di esposizione, si è chiusa la mostra Io non uso! Ri-uso. Creativity is contagious, il primo degli eventi in programma nell’ambito della rassegna di mostre d’arte Contemporary Art in Sicily – Spadafora. Grande successo di pubblico, dunque, per la mostra collettiva di opere multi materiche che ha portato tra le sale del seicentesco Castello di Spadafora oggetti di design e opere d’arte realizzati da artisti siciliani con materiali di recupero, affiancando l’espressione artistica ad una consapevolezza ecologica oggi sempre più diffusa nel dibattito pubblico.

Il vantaggio di una mostra come Io non uso! Ri-uso – racconta la curatrice Amelia Lamberto – è quello di configurarsi fin da subito come un evento alla portata di tutti. Il pubblico non è composto soltanto da amanti dell’arte o da addetti al settore, ma da visitatori interessati ad ammirare l’evoluzione artistica di un oggetto di uso comune o di materiali destinati alla pattumiera. Abbiamo avuto un’affluenza corposa, al Castello di Spadafora, e il bilancio è ancora più positivo se pensiamo all’elevato numero di bambini che hanno partecipato, anche attivamente, alla mostra. Già nelle aule scolastiche i bambini cominciano a trattare il tema dell’ecologia e del rispetto del pianeta, ma una mostra come questa per loro rappresenta l’opportunità di vedere dal vivo cosa significhi recuperare un oggetto e immetterlo nuovamente in un ciclo di consumo, evitando gli sprechi inutili e proteggendo così la natura. Dobbiamo abituarci a vedere il riciclo creativo non come qualcosa di vecchio, ma come un’anima nuova su un progetto vecchio”.

La mostra Io non uso! Ri-uso. Creativity is contagious, così come tutti gli eventi della rassegna Contemporary Art in Sicily – Spadafora, è stata accompagnata dalla realizzazione di un catalogo, nel quale trovano spazio le descrizioni e alle immagini delle opere esposte, le biografie degli artisti, ma anche le note del curatore Amelia Lamberto, le riflessioni del critico Stefania Lanuzza e le motivazioni alla base dell’intero Progetto, a cura di Antonio D’Amico e Ranieri Wanderlingh.

A poche centinaia di metri di distanza dal Castello, il Museo dell’Argilla ospita fino all’11 settembre le due mostre di fotografia Album e I siciliani di Maccà, che hanno fatto registrare fino ad ora quasi mille presenze. Le due mostre, entrambe curate da Sergio Todesco e Alessandro Mancuso, rappresentano un viaggio che comincia nella Sicilia di inizio ‘900 e arriva fino ai giorni nostri. Proprio in occasione delle due mostre il Museo dell’Argilla ha ospitato le delegazioni delle scuole di Spadafora, interessate non soltanto alle fotografie esposte ma anche alla realizzazione, in futuro, di un circuito di fruizione delle opere dedicato agli studenti del territorio.

La mostra “Album” è costituita da un corpus di immagini realizzate dai “fotografi di paese” Angelino Patti e Calogero Franchina nei piccoli centri di Tusa e Tortorici, all’epoca in cui la fotografia era lo strumento, nuovo e ancora sconosciuto, per documentare la vita pubblica e privata dei paesi e, in definitiva, la società in evoluzione. “I siciliani di Maccà” porta in mostra un repertorio di ritratti realizzati dal fotografo Ugo Maccà, che ha scelto di immortalare i volti e gli ambienti di siciliani illustri e meno noti, responsabili a vario titolo di aver contribuito a costruire l’identità dell’Isola. Le due mostre saranno ancora visitabili fino a  venerdì 11 settembre, tutti i giorni dalle ore 17.00 alle ore 21.00.

 

 

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