Miscela D’oro 1946, nel suo cuore di Messina, ha ospitato “Chiacchiere d’Autore”: un format che unisce la scrittura al mondo della cucina. Protagonista del primo appuntamento è stata Stefania Tedesco, con il suo giallo “Ciatu Mei – Seconda indagine per Cecilia Orlandi”. L’evento, però, non è stata una classica presentazione di un libro ma un pomeriggio di chiacchiere, risate e punti di vista nuovi che, partendo dal romanzo della scrittrice messinese, ha dato vita ad un piacevole e interessante dialogo con il pubblico presente.
Ospiti speciali del viaggio alla scoperta di Cecilia Orlandi e di Ciatu Mei, sono stati gli scrittori:
- Ornella De Luca, autrice di “L’anello numero 17”;
- Carmelo De Marco, autore di “2024 – La bussola e i portici”;
- Mario Falcone, autore di “Network”;
- Silvia Messina, autrice di “Fuoco spento”.
Scoprire com’è nata Cecilia Orlandi ha permesso a Stefania Tedesco di raccontare anche un po’ di sé, perché la scrittrice e la sua protagonista sono legate da qualcosa di indissolubile. «Scrivendo in prima persona trasferisci inevitabilmente un po’ di te al personaggio ma la scrittura ti consente di far fare ai tuoi personaggi cose che tu non faresti mai. Cecilia ha alcuni tratti del mio carattere, alcune cose che piacciono a lei piacciono anche a me e viceversa. Ad esempio, entrambe odiamo la cannella!».
Quando le viene rivolta la domanda “perchè un giallo?”, Stefania ci apre ancora una volta le porte della sua vita. «Nella scrittura di Ciatu Mei, ma anche di Nuvole Grigie, il mio primo libro, ho avuto un “aiutante” speciale. Sono figlia di un luogotenente dei Carabinieri e mio nonno era in Polizia quindi, per ogni dubbio dal punto di vista lavorativo, andavo da mio padre a chiedere». Le indagini sono qualcosa che fa parte da sempre della vita di questa giovane scrittrice, che sta già lavorando al suo terzo libro.
Ciò che rende lo stile di Stefania davvero unico è la sua capacità di raccontare Cecilia non solo come commissario ma anche come persona. Nel suo giallo, infatti, si affrontano non soltanto temi legati all’indagine vera e propria su cui ruota la trama, come l’immigrazione clandestina e la criminalità organizzata, ma si parla anche di disturbi alimentari. «Sono convinta che i libri debbano mandare un messaggio. Cecilia ha quasi 40 anni, soffre di disturbi alimentari fin dall’adolescenza e combatte ogni giorno con questa malattia. È un tema di cui si parla troppo poco e se riesco, con i miei libri, ad accendere i riflettori su questo argomento non posso che esserne felice».
Insomma, non ci resta che aspettare di trovare sugli scaffali delle librerie il suo nuovo romanzo.
La cucina di Chef Giovanni Amato
Dopo la presentazione del libro di Stefania Tedesco, l’evento è proseguito con una cena degustazione ideata dallo chef Giovanni Amato che ha proposto quattro portate ispirate a “Ciatu Mei” e alla sua giovane autrice. Il protagonista di questo menù è stato il pesce povero, con acciughe e spigola, accompagnati da verdure di stagione.
Giovanni Amato guida la cucina di Miscela D’Oro 1946 da poco più di un anno ed ha con sé una brigata di 5 persone. La sua è una proposta che affonda le radici nella tradizione, con piatti ed ingredienti tipici della cucina siciliana ma rivisitati in chiave moderna.
La sua passione per la cucina nasce grazie ad un incontro speciale. «Io ho studiato architettura – ci racconta lo chef – ma mi sono appassionato a questo mondo grazie all’incontro con il maestro Alfio Visalli. Proprio lui mi regalò una giacca da chef, che custodisco con affetto, affermando: “prima o poi questa giacca la indosserai”. Da lì in poi, con tanto studio e seguendo i suoi consigli, ho iniziato davvero a lavorare dietro i fornelli.
Con l’arrivo a Miscela D’Oro 1946, Giovanni Amato ha proposto un nuovo menù, che mantiene delle proposte iniziali, firmate Filippo La Mantia, l’arancino e la caponata. «La famiglia Urbano punta molto sulla sicilianità ma vorrebbe anche intraprendere un percorso culinario che punta all’internazionalità: è un percorso in itinere». Per Chiacchiere d’Autore sono state proposte ai commensali 4 portate che, al momento, non sono presenti sulla carta ma, come lo stesso chef ha affermato: «a noi piace cambiare».
Il Menù degustazione
Entrée – Feta a cubotto con acciuga marinata e cipolla caramellata;
Antipasto – Uovo croccante con crema di parmigiano e gel di cetriolo;
Secondo – Turbante di spigola con patata affumicata, crema di melanzane e verdure croccanti;
Dolce – Gelo di arancia con gelato ricotta e spuma di cannella.
(374)