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De Luca e Red Ronnie sul caso green pass al museo di Messina: «Una sceneggiata per promuoverlo»

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Una “sceneggiata” per dare visibilità al Museo di Messina, facendo sapere «al mondo» che all’interno del MuMe sono custodite opere importanti come i due quadri di Caravaggio: questa la spiegazione che il sindaco Cateno De Luca e Red Ronnie hanno dato ieri sera in merito al “caso” mediatico scoppiato nel momento in cui il presentatore tv si è rifiutato di mostrare il green pass per accedere alla struttura, pubblicando poi un video sui social in cui ne spiegava le motivazioni.

Ricapitoliamo, per chi si fosse perso la “sceneggiata”. Il 22 settembre Red Ronnie ha pubblicato un video in cui contestava la richiesta del green pass per accedere ai musei. Nello specifico, nel video, il noto presentatore tv spiegava di essere andato al Museo Regionale di Messina per vedere i due quadri di Caravaggio. Una volta arrivato lì, però, come da normativa, gli è stato chiesto di esibire la certificazione verde e lui si è rifiutato (nonostante lo avesse perché aveva fatto il tampone, con esito negativo). Questo perché, scriveva sui social: «La Costituzione ritiene lo stato di salute di un cittadino un dato sensibile protetto dalla privacy». Sempre da quanto riportato da Red Ronnie, a quel punto è stato chiamato il Direttore del MuMe, che ha rifiutato di farlo senza green pass, invitando i dipendenti a chiamare i Carabinieri.

La questione è proseguita con una polemica che si è trascinata sui social per tutta la giornata coinvolgendo anche esponenti della politica cittadina. Tra questi, Alessandro Russo, che ha chiamato in causa il sindaco di Messina, Cateno De Luca. Nel pomeriggio, il Primo Cittadino ha annunciato una imminente diretta durante la quale sarebbe stata fornita una spiegazione sull’accaduto. Diretta trasmessa ieri sera sulla pagina Facebook del Sindaco.

Cateno De Luca – in compagnia di Red Ronnie e della cantautrice Grazia De Michele – ha iniziato la diretta elencando alcuni dati sul Museo Regionale di Messina. In sostanza, ha detto, il Museo di Messina è il più grande del Meridione, ma, nonostante il suo valore e l’importanza delle opere che custodisce, è poco conosciuto. «Ha una dotazione organica di 61 dipendenti, 5 dirigenti, di cui un direttore generale – ha spiegato De Luca. Tolti i dirigenti abbiamo un costo del personale di 2 milioni e mezzo di euro. Siamo a circa 3 milioni e mezzo di costi solo per il personale. Quanto incassa il MuMe? Vi do i dati 2018 e 2019 (saltiamo il Covid). Nel 2018 l’incasso è stato di circa 60mila euro. Nel 2019 l’incasso è stato di 58mila euro circa. C’è stato quindi un calo».

Ma passiamo all’ormai famigerata visita di Red Ronnie al Museo. Il presentatore, una volta scoperta dell’esistenza del MuMe e delle opere presenti al suo interno, ha contattato il Sindaco di Messina. «Quando Red mi ha mandato il messaggio – ha affermato il sindaco De Luca – gli ho chiesto una cortesia: inventati qualcosa, visto che vuoi andare a visitarlo, per far sapere al mondo che Messina ha un Museo che custodisce opere pregiate».

Cosa avrebbe fatto quindi Red Ronnie? Questa la spiegazione del presentatore: «Sono andato al MuMe e ho pensato, se io do il green pass, vado dentro e faccio vedere i quadri non ho l’eco che posso avere dicendo una cosa in cui comunque credo. Per me è assurdo chiedere un green pass per i musei, come per il Teatro di Taormina che è tutto all’aperto. Ho voluto mettere in atto una cosa in cui credo per fare più eco. Non pensavo, però, di riuscirne a fare così tanta. Siamo finiti sul Fatto Quotidiano, su Dagospia, su Repubblica. Abbiamo fatto questa sceneggiata per far sì che si parlasse dei Caravaggio».

In sostanza, stando a quanto spiegato da Cateno De Luca e Red Ronnie, quanto accaduto sarebbe stato orchestrato ad arte per dare visibilità al Museo di Messina. Museo del quale, ha aggiunto il Sindaco, si occuperà lui quando diventerà presidente della Regione Siciliana.

 

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  1. Quindi avrebbe promosso il Museo di Messina, rifiutandosi di entrare e non vedendo nulla? Ma ci prendete per scemi? Ma basta con questi teatrini! Mi vergogno per voi

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