Canile Millemusi. L’Asp replica alle accuse della Lndc

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Nei giorni scorsi la Lega nazionale per la Difesa del Cane ha chiesto all’Asp “di aumentare gli interventi di sterilizzazione; di assistere diversamente i cani affetti da patologie e fornire loro le medicine; di permettere l’accesso alla banca dati attraverso i microchip e di rispettare il protocollo di intesa per combattere il randagismo”.

In seguito a queste dichiarazioni, l’Asp precisa: “L’Uos Anagrafe Canina e lotta al randagismo dell’Asp ha sempre svolto e continua a svolgere con regolarità le attività di sterilizzazione; esse vengono effettuate al canile su apposita richiesta, concordando di volta in volta gli interventi da realizzare. Una attività, questa, che per altro è l’unica prevista dal protocollo d’intesa firmato con la Lndc”.

“Il decreto assessoriale del 13 dicembre 2007 – spiega − definisce con molta precisione le competenze dell’Asp: provvedere alla fornitura farmaceutica dei vaccini e del materiale ambulatoriale necessario al funzionamento degli ambulatori veterinari attivati di concerto con il Comune, dei rifugi sanitari pubblici e dei rifugi per il ricovero pubblico dove opera direttamente il servizio veterinario dell’Asp”.

“Il canile Millemusi della Lndc,  invece – continua l’Asp −, è un rifugio per il ricovero privato. Per quanto attiene il pronto accesso alla banca dati sia regionale che nazionale per il controllo immediato del microchip al momento della cattura del cane, l’Asp ha da molto tempo fornito al responsabile sanitario del canile la possibilità di accedere al portale. La ricerca in anagrafe delle generalità dei proprietari dei cani smarriti è comunque sempre garantita h 24 anche dal servizio dell’azienda sanitaria provinciale”.

Inoltre, “rispetto a quanto affermato dalla presidente della Lndc Caterina Merenda: “L’Asp ci diffida dall’accogliere altri cani, ma ne dispone continuamente il ricovero”, − conclude l’Ente − è importante sottolineare che l’Asp non ha mai disposto i ricoveri nella struttura Millemusi o in altri canile perché, per legge, sono i Comuni che provvedono alla cattura e al ricovero dei cani in strutture comunali o convenzionate”.

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