de luca baracche

De Luca parla di “bastonate” e “ronde”: sui social si scatena la bufera

Pubblicato il alle

4' min di lettura

Si è alzato un polverone sulle dichiarazioni “a mezzo Facebook” del sindaco di Messina Cateno De Luca che, ieri, commentando la presenza di venditori ambulanti a piazza Duomo ha chiesto se si dovesse ricorrere alle «bastonate» per farli andare via. Immediata la reazione su più fronti, da Cambiamo Messina dal Basso, ad alcuni consiglieri comunali, in tanti hanno attaccato il Primo Cittadino per i toni usati.

Il “post della discordia” è stato pubblicato ieri intorno all’ora di pranzo per poi venire cancellato e “sostituito” con un altro in cui il sindaco De Luca parla di «bastonate metaforiche» nei confronti di quegli agenti della Polizia Municipale che non fanno il proprio dovere. Ma ormai – indipendentemente dalla correzione di tiro – il sasso era stato lanciato e Cambiamo Messina dal Basso, il movimento a sostegno dell’ex sindaco Renato Accorinti, aveva già salvato lo screen, la schermata, della pagina.

«Ma ci vogliono i bastoni a piazza Duomo?» chiedeva De Luca. E poi, riferendosi agli ambulanti «dobbiamo prenderli a bastonate?». Nel post successivo, quello che documenta i sequestri effettuati dalla Polizia Municipale, si legge: «Le metaforiche bastonate erano e saranno per alcuni miei colleghi della Polizia Municipale che scansano il lavoro a discapito di altri colleghi».

Immediata la replica di Cmdb che non ha risparmiato il Primo Cittadino: «Oggi – ha esordito – il sindaco Cateno De Luca riguardo la presenza di venditori ambulanti a Piazza Duomo scrive due volte in un post su Facebook “dobbiamo prenderli a bastonate?” e dopo aver capito di averla sparata grossa e aver suscitato tante reazioni negative rimuove il post».

Screen del post poi cancellato dalla pagina Facebook del sindaco Cateno De Luca

E ancora: «Serve ribadire che viviamo in uno stato di diritto – ha scritto li movimento –, e non in un paese fittizio in cui una carica pubblica o chicchessia possa minacciare di prendere “a bastonate” le persone. Tutto il degrado che c’è attorno a noi non può neanche minimamente giustificare uscite di questo tipo, soprattutto se a farle è una carica pubblica che dovrebbe rappresentare un’intera comunità. Vergogna infinita».

Non meno duro il commento del consigliere comunale di LiberaMe Alessandro Russo che stigmatizza le parole del sindaco De Luca portando avanti un discorso più ampio sulla banalizzazione della violenza, a partire dal linguaggio di chi è membro delle istituzioni, e avverte sui rischi che si corrono quando «il male o la violenza iniziano a non fare indignare le persone normali, quando una “certa dose di maniere forti” sembra una cosa normale».

«Ecco perché dovrebbe smetterla – ha concluso Russo –, chi come il Sindaco ha grande responsabilità in queste cose, di scatenare l’odio, aizzare le piazze, incitare alla violenza. E smetterla di additare nemici da fustigare. Perché la banalità del male colpisce tutti, prima o poi. Anche chi aizza le folle».

Infine, l’intervento, sempre via social e sempre sulla stessa lunghezza d’onda, del consigliere comunale del PD Antonella Russo: «Non si dice nemmeno per scherzo, nemmeno per la voglia ormai irrefrenabile di avere consenso spicciolo; non si dice e soprattutto nemmeno si pensa – ha esordito.  Men che meno un Sindaco, un Primo Cittadino, uno che deve dare l’esempio, può dire che qualcuno merita di essere preso a bastonate. È un crescendo sempre più pericoloso, si passa dal clima di sospetto, dalla spiata, alla ronda, adesso all’istigazione alla violenza fisica».

Insomma, le parole del sindaco di Messina Cateno De Luca hanno fatto discutere, come spesso accade, e gli hanno portato, da più parti, un invito alla moderazione dei toni.

(683)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. Il sindaco De Luca ogni qualvolta manifesta il suo pensiero da’ la misura del suo essere un soggetto socialmente pericoloso. Credo che se fosse nato in Iraq sarebbe stato un degno emulo di Saddam Hussein o di Gheddafi in Libia. Quello che sconcerta è l’alternanza di toni apparentemente pacati a “sparate” fuori da ogni autocontrollo, urla e minacce…..è veramente preoccupante.

error: Contenuto protetto.