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Basta scontri politici, si pensi ai sostegni per chi è in difficoltà: l’appello di Arcigay Messina

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Stop agli scontri politici, si pensi ad aiutare chi è in difficoltà: è questo l’appello lanciato da Arcigay Makwan Messina a tutte le istituzioni, cittadine e regionali, di fronte all’aumento dei casi Covid-19 registrato in questi giorni nella città dello Stretto e in tutta la Sicilia. L’Associazione, da anni attiva sul fronte dei diritti civili, chiede alle forze politiche, dall’Amministrazione, al Consiglio Comunale, di riattivare misure di sostegno per chi ne ha bisogno, dalla Family Card, a quella macchina operativa che, durante la prima ondata si è messa in moto per portare la spesa alle famiglie in quarantena.

Pubblichiamo, di seguito, la lettera inviata dal presidente di Arcigay Makwan Messina , Rosario Duca.

«Siamo di fronte ad un ulteriore aggravamento della situazione pandemica, i contagi hanno superato la soglia limite e le terapie intensive sono in forte sofferenza. Almeno da quanto apprendiamo dagli organi di stampa. Ancora una volta, dopo la prima ondata, ci troviamo a dover assistere, oltre che alla sofferenza per chi contrae il virus, anche a quella economica di centinaia di persone costrette a rimanere in quarantena o che a causa del covid hanno perso il lavoro e non possono più provvedere al minimo indispensabile per sostenere le proprie famiglie. Tantissime le richieste che giungono alle associazioni che si occupano di sostegno ai bisognosi, ma anche a quelle che si occupano d’altro.

Davanti a tutto questo, assistiamo ad una becera ed insensibile contesa politica finalizzata a delegittimare l’avversario con ogni mezzo e modo a discapito del bene comune. Lontana ormai è quella Politica con la P maiuscola che metteva al primo posto il bisogno de* cittadin* e che, davanti alle emergenze, sapeva mettere da parte la contesa politica per unire le forze e rispondere con tutti i mezzi a disposizione alle urgenze ed alle necessità di chi si dice essere rappresentanti. Si leggono dichiarazioni rilasciate alla stampa che farebbero rabbrividire il più becero degli esseri umani.

Arcigay Makwan Messina, associazione impegnata per i diritti civili e sociali, apartitica per statuto, non può rimanere impassibile davanti a questo modo di affrontare l’emergenza e lancia un appello alle forze politiche cittadine ed all’Amministrazione di sospendere per qualche giorno ogni diatriba e trovare il modo per sostenere chiunque causa covid si trovi in difficoltà.

C’è in atto una vera guerra da combattere contro un nemico invisibile, che sta mietendo migliaia di vittime e gettando nella disperazione tantissime persone e famiglie e la responsabilità di venire loro incontro deve venire da tutta la politica.
Nessun partito che siede sugli scranni del Consiglio Comunale, all’ARS o al Governo può sentirsi assolto perché, come ci insegna Fabrizio De Andrè, “sono lo stesso coinvolti”.

Perciò a Messina chiediamo che si torni a fare politica anche solo il tempo per trovare le soluzioni per chi soffre:

  • a) Si riattivi quella macchina operativa che durante la prima ondata pandemica, anche se con alti e bassi, ha distribuito la spesa alle famiglie;
  • b) si reperiscano urgentemente fondi per attivare di nuovo la Family Card e che sia molto più facilmente accessibile rispetto al passato. L’aver avuto un ISEE in un certo modo l’anno prima non significa che si è nelle condizioni di sopravvivere senza lavorare l’anno successivo!
  • c) si trovino i fondi per sostenere il pagamento delle utenze per chiunque ne abbia necessità, trovando un metodo più equo rispetto al passato, quando si chiedeva alle famiglie in difficoltà di anticipare le somme per poi averle rimborsate;
  • d) si distribuiscano mascherine FFP2 gratuite alle famiglie in emergenza;
  • c) si tutelino le persone diversamente abili e si crei un servizio ad hoc per essere vicini a* nostr* concittadin* più fragili ed ai loro famigliari.

Insomma se in tempo di guerra si tralascia un’opera pubblica per andare in soccorso a chi questa guerra ha lasciato gravi ferite, non sarà la fine del mondo. La povertà non è una colpa, mai».

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