allegoria della restituzione di messina alla spagna di luca giordano. Quadro appeso in Consiglio Comunale

Un bando per artisti messinesi: la proposta per sostituire il “quadro della discordia”

Pubblicato il alle

2' min di lettura

Perché non lanciare un bando indirizzato ai giovani artisti di Messina affinché realizzino opere sulla città che possano essere appese in Consiglio Comunale? È stata questa la proposta presentata ieri dal presidente della Commissione Cultura Piero La Tona.

L’idea è nata dal dibattito sviluppatosi nelle scorse settimane attorno alla copia del quadro “Allegoria della restituzione di Messina alla Spagna” realizzato da Luca Giordano nel 1678 e attualmente appesa in Consiglio Comunale. L’opera, da alcuni (il Movimento 5 Stelle) – ritenuta “infamante” e da altri (la Lega, il consigliere Salvatore Sorbello) strenuamente difesa, sembra aver dato i suoi frutti e portato a una discussione sull’arte e sulle possibilità di valorizzare Messina e i suoi Palazzi aprendo anche collaborazioni con i cittadini e con l’estero.

Se, infatti, l’esponente di Sicilia Futura Piero La Tona ha proposto di affidare l’arredo dell’Aula a giovani artisti messinesi, tramite bando pubblico, non sono mancate anche ipotesi alternative. Secondo Salvatore Sorbello, consigliere del gruppo misto, si potrebbero «sostituire le due copie scolorite presenti in aula con i cartoni o i bozzetti preparatori ai lavori del Sartore, presenti presso il Seminario di Giostra ed in possesso della Curia». Questo, ferma restando l’opportunità di aprire una collaborazione con il Museo Del Prado.

allegoria della restituzione di messina alla spagna di luca giordano. Quadro appeso in Consiglio Comunale

Insomma, la soluzione al dibattito sull’opportunità di rimuovere la copia del quadro di Luca Giordano, che ciclicamente emerge in Consiglio Comunale, sembra stia portando a qualcosa di nuovo e potenzialmente costruttivo per la città. Intanto, a esprimere parere positivo in merito alla proposta avanzata da La Tona è stato lo stesso Sorbello che si era fatto portavoce, insieme allo scrittore Alessandro Fumia, di una “operazione verità” a favore dell’opera attualmente appesa in Aula.

La tesi esposta dai due, ricordiamo, sottolineava un “equivoco di fondo”: l’opera rappresenterebbe «Marte, il dio della guerra, che ferma Crono, e non un soldato che calcia, umiliandola, una donna che rappresenta la città di Messina».

(188)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.