Le eccellenze artigiane meridionali, se sostenute e calate nel contemporaneo, possono rappresentare una preziosa opportunità di valorizzazione e sviluppo dei territori e delle comunità che li abitano. Per questo Fondazione CON IL SUD ha lanciato un bando al quale la Sicilia ha risposto presentando dieci progetti.
Con dieci progetti presentati per ciascuna, la Sicilia e la Puglia sono le regioni con la più alta partecipazione al Bando Artigianato promosso dalla Fondazione CON IL SUD in collaborazione con l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte di Firenze (OMA) per sostenere alcune eccellenze della tradizione artigiana meridionale che stanno scomparendo.
L’iniziativa ha rivolto un invito alle organizzazioni del Terzo settore per progetti di valorizzazione di antiche produzioni e competenze in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, da realizzare anche in partenariato con enti pubblici o privati, profit o non profit.
In totale sono 43 le proposte di progetto presentate. La Sicilia e la Puglia, in particolare, sono le regioni con la più alta partecipazione con 10 progetti presentati da ciascuna delle due, segue la Campania con 9 progetti, la Sardegna e la Basilicata con 6 progetti, 1 progetto dalla Calabria e infine è stato presentato 1 progetto che coinvolge più regioni.
Il bando – che si è da poco concluso e che mette a disposizione complessivamente 800 mila euro – ha interessato settori artigianali particolarmente vulnerabili: dalla costruzione di carretti siciliani alla tessitura con la tecnica del fiocco leccese o alla filatura della lana in Sardegna; dal ricamo tradizionale, come lo squadrato lucano, all’intreccio di fibre vegetali per realizzare cesti a Reggio Calabria o nasse e reti da pesca in Sardegna; dalla produzione di fili di seta a Catanzaro alla costruzione del mandolino napoletano e della chitarra battente cilentana.
Sono questi alcuni degli esempi di saperi antichi che rischiano l’estinzione ma che, inseriti in opportuni percorsi di innovazione e inclusione sociale, possono rappresentare preziose opportunità per nuovi talenti e un’occasione per sperimentare approcci inediti di valorizzazione.
«Il sapere e la tradizione artigianale – scrive Fondazione CON Il Sud – sono tra le cifre più caratteristiche della cultura e dell’economia italiana e rivestono un’importanza strategica anche sul piano sociale: il lavoro artigiano, grazie alla qualità dei manufatti, restituisce dignità alle persone, rendendole orgogliose e gratificate, e permette di rafforzare, quando non di ricostruire, il legame con il territorio.
La sfida di Fondazione CON IL SUD e OMA è quella di riscoprire il saper fare tradizionale, immaginando nuovi campi di applicazione tecnologica e commerciale e trovando nuovi potenziali talenti anche nelle giovani generazioni e tra le persone più fragili».
Il bando, infatti, intende promuovere interventi capaci di recuperare e valorizzare tradizioni artigianali in via di “estinzione” tipiche di particolari aree meridionali creando attorno ad esse opportunità professionali per le nuove generazioni ed occasioni di inclusione di soggetti svantaggiati.
«Essere artigiani – afferma Fabrizio Minnella, Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne della Fondazione CON IL SUD – significa non solo essere capaci di creare, di trasformare la realtà attraverso le idee e il contatto con la materia, ma vuol dire anche essere portatori di un ‘saper fare’ che viene da lontano e dovrebbe portare altrettanto lontano. Un sapere di conoscenze, filosofico e pragmatico, che rappresenta il patrimonio di un paese e di un popolo. Un sapere che si fa “tradizione” per essere tramandato alle future generazioni, ma che al contempo dovrebbe sfuggire da essa, innovarsi, cambiare, più o meno lentamente, per essere un sapere attuale, necessario e utile. Quando manca questo passaggio, è una tradizione che muore e un sapere che scompare. È il caso, purtroppo, di molte nostre forme di artigianato segnate non solo dal passo veloce dei tempi, ma da contraddizioni e dalla mancanza di investimenti, non solo economici».
«In un paese come l’Italia, famoso per i suoi prodotti di qualità, in cui la disoccupazione giovanile è altissima ma sempre di più scarseggiano calzolai, vetrai, sarti e scalpellini, la riscoperta del saper fare tradizionale dovrebbe essere un percorso naturale».
«Per affrontare la sfida – continua Fabrizio Minnella – occorrono una forte consapevolezza degli effetti della globalizzazione e la capacità di valorizzare, se necessario, il ruolo della tecnologia. In generale, serve apportare innovazione e immaginare nuovi campi di applicazione per mestieri antichi».
Se recuperati e calati nel contemporaneo, insomma, gli antichi mestieri artigiani possono avere una seconda vita e ricoprire un ruolo centrale nella valorizzazione dei territori e delle comunità che li abitano. Ciò vale in particolare per quelle zone del nostro Paese che possiedono un patrimonio di conoscenze e tradizioni riconosciuto e apprezzato a livello mondiale. La Sicilia, ad esempio.
Alessandra Profilio
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