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Canile Millemusi, Caterina Merenda replica alla Lega: “Attacchi vergognosi e privi di fondamento”

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“Sono senza parole. Onestamente non pensavo si potesse arrivare a livelli così alti di disonestà”. Risponde così Caterina Merenda, gestore del canile Millemusi di Castanea, alle pesanti accuse della Lega nazionale per la difesa del cane che questa mattina, durante una conferenza stampa, ha denunciato diversi di episodi di maltrattamento e violenza verso i cani che quotidianamente si verificherebbero all’interno della struttura. (Leggi qui: http://www.normanno.com/attualita/53535/).

Secondo Merenda la situazione all’interno del canile è assolutamente normale. “Sono al canile tutti i giorni – ha spiegato al telefono – e  non ho mai visto nulla di grave. Sono dodici anni che mi dedico ai cani e non c’è mai stato un bastone. Non avrei mai potuto gestire un canile in condizioni così terribili. Annalisa Bertolani – ha spiegato Caterina Merenda – veniva al canile solo il sabato mentre non vedo più alcun volontario. Sono attacchi vergognosi e privi di fondamento, riconducibili a beghe personali. Il canile è aperto a tutti, garantisco l’assoluta trasparenza”.

E sulla posizione del veterinario Alessandro Taormina, il gestore del canile chiarisce: “Ho spiegato alla presidente nazionale della Lega per la difesa del cane e alla stessa Bertolami di non potermi assumere l’onere di licenziare il dottor Taormina poiché impossibilitata a garantire la relativa liquidazione visto che da sei mesi il Comune non ci paga. Io avevo deciso di passare il testimone vista l’età avanzata, è poi iniziata una diatriba, evidentemente avevano paura che non me ne andassi”.

Pubblichiamo di seguito la nota dell’avvocato Manuela Mancuso, legale di Caterina Merenda:

La sottoscritta Avv. Manuela Mancuso, in qualità di legale, della Sig.ra Caterina Merenda ex presidente della sezione Messina della Lega della Difesa del cane, interviene con la presente al fine di scongiurare le infondate informazioni fornite alla stampa da alcuni volontari della Lega per la Difesa del cane di Messina, coordinati dall’Avv. Annalisa Bertolami e dalla Signora Francesca Panarello.

Nel mese di febbraio 2016, la Sig.ra Merenda ha convocato una conferenza stampa, presso la Stanza Ovale del Municipio di Messina, al fine di confutare le false affermazioni circa la morte sospetta di 38 cani, pubblicate sul noto social network facebook dal Sig. Letterio Ivardo e rese noto alla stampa dal consigliere Libero Gioveni.

  In quella sede la Sig.ra Merenda e il Dottore Taormina hanno chiarito che al canile non vi è alcuna epidemia né tan poco condizioni igienico-sanitarie atte a creare pericolo per la salute dei cani ivi ricoverati.

Hanno specificato, inoltre, che il Canile Millemusi è un canile rifugio e in ragione di ciò, gli animali vi dovrebbero soggiornare temporaneamente  in attesa di ricovero presso un canile sanitario o di adozione. Poiché la città di Messina, per mancanza di fondi giusto quanto dichiarato dall’Assessore Ialacqua, è sprovvista di canile sanitario, il Dott. Taormina presta assistenza sanitaria anche in congiunzione con la Facoltà di Veterinaria, con la quale è in essere una convenzione ottenuta dal veterinario.

Sempre in quella sede la Signora Merenda ha  invitato tutti i consiglieri comunali, nonché l’assessore a recarsi personalmente presso il canile per constatare lo stato dei luoghi e di salute degli animali.

A seguito della conferenza stampa, nel corso della quale Letterio Ivardo e Francesca Panarello, seppur non invitati  a partecipare hanno rilasciato  gravissime dichiarazioni contro la Sig.ra Merenda ed Il dott. Taormina.

In ragione di ciò,la Giunta si è fatta  parte diligente della questione del canile che è stata analizzata in due sedute a conclusione delle quali, è stato escluso che al canile vi  sono problemi di pericolo per la salute dei cani.

Nelle more delle due sedute di Giunta sono state celebrate le elezioni del nuovo direttivo, che sono state impugnate essendo emersi degli errori burocratico amministrativi, in ragione dei quali la Lega nazionale  ha deciso di commissariare la sezione Messina, nominando come commissario il Dott. Massimo Constantini.

A seguito, di tali fatti le volontarie Bertolami ( neo eletta Presidente) e Panarello, hanno con veemenza iniziato a denunciare tutti gli “orrori” a loro dire sempre occorsi al canile, producendo finanche documentazione fotografica.

Peccato, però che alcuni cani ritratti sono in piena salute presso il canile!

Secondo, le volontarie , la Sig.ra Merenda , in tutti questi anni, avrebbe concorso ed autorizzato il Dott. Taormina  a non curare i cani, maltrattarli ed addirittura a truffare il comune.

Inoltre, le stesse hanno denunciato che la Sig.ra Merenda ha consentito  al Dottore Taormina di lavorare,nonostante il licenziamento avvenuto a dicembre, nonché di allevare illegittimamente delle api, animali notoriamente pericolosi per i cani.

Ebbene i fatti così descritti non rispondono al vero!

Il Dott. Taormina non è mai stato licenziato, ma con delibera dell0 04.12.2015 il Direttivo ha valutato all’unanimità di procedere al licenziamento, evidenziando le difficoltà economiche dell’ente e pertanto postdatandone l’esecuzione. Tanto è vero che il verbale e la lettera di licenziamento non sono mai state inviate al veterinario.

Quanto alle gravissime,  infondate accuse di incuria, maltrattamenti e truffa, non si comprende come mai le stesse  prima del mese di febbraio-marzo non sono mai state evidenziate e/o denunciate alla Procura della Repubblica.

Con riferimento, infine, all’allevamento di api, si evidenzia che l’attività di apicoltura,posizionata in luogo appartato e distante rispetto al canile, è esercitata da altro dipendente ed  è stata autorizzata dalla Regione Sicilia.

Questa scabrosa vicenda che a parere della Dott.ssa Merenda nulla ha a che vedere con l’amore per gli animali, oltre a grandissima affissione e dispiacere, sta causando solo danno ai poveri cani ricoverati.

Nella speranza che la  querelle giornalistica si concluda, la Sig.ra Merenda manifesta la propria volontà di fornire tutti i chiarimenti  necessari, agli organi competenti cioè Comune e Procura della Repubblica.

 

 

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