Atm, è solo un grande bluff?

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Allo sciopero indetto dall’Orsa trasporti nella mattinata di oggi, ha partecipato soltanto il 4% dei dipendenti Atm. Il maggiore disagio è stato riscontrato nel servizio tranviario, vista l’alta concentrazione di lavoratori iscritti al sindacato. I tram sono stati fermi dalle 10.45 alle 13 per poi riprendere progressivamente la marcia.

Una protesta per pochi intimi a giudicare dai numeri. Ma è lo stesso sindacato Orsa a non meravigliarsi, motivando adeguatamente la scarsa partecipazione registrata. “Si è trattato di uno sciopero dimostrativo – ha spiegato stamane Mariano Massaro nel corso di una conferenza stampa al Comune – non volevamo creare disagi alla cittadinanza, ma accendere i riflettori su come viene gestita l’Atm. Il sindacato stesso ha consigliato ad alcuni dipendenti di non partecipare allo sciopero, visti i provvedimenti disciplinari che l’azienda ha emesso nei confronti di chi a detta del direttore Foti avrebbe boicottato il servizio”.

La maggioranza dei lavoratori puniti dall’architetto torinese, appartengono all’Orsa. E questo non è un caso per Massaro. “Nel coro, la nostra continua ad essere una voce isolata e alcune volte ne paghiamo le conseguenze. C’è chi si è rifiutato di prendere servizio perché mancava la sabbia nel tram, indispensabile per prevenire gli slittamenti. Nonostante ciò è stato ugualmente punito”.

L’Orsa punta il dito contro il modus operandi dell’azienda che avrebbe violato palesemente alcune regole. “Foti ha attivato illecitamente la legge Brunetta – spiega Massaro – considerando l’Atm un’azienda pubblica. Il tribunale ha disposto il risarcimento ad alcuni dipendenti le cui carriere sono state bloccate così come i salari. Foti non ha finora rispettato l’obbligo e in azienda si è presentato l’ufficiale giudiziario per prelevare parte degli incassi. Vi è poi la strana posizione di alcuni dirigenti che al contempo ricoprono cariche sindacali, le due mansioni andrebbero assolutamente separate garantendo un confronto trasparente che invece manca”.

Per Massaro i punti oscuri non finiscono qui. “Prima di fare concorsi – precisa – sarebbe opportuno rimettere in strada i tanti autisti che prestano servizio negli uffici, nonostante abbiano la patente conseguita a spese nostre. C’è poi chi svolge un ruolo completamente diverso  rispetto a quando era stato assunto”.

Il discorso si sposta poi su tematiche prettamente finanziarie. “Con il piano decennale e con quello industriale – spiega Massaro – si è assistiti ad un vero e proprio patto tra il direttore Foti e il vicesindaco Signorino che di fatto hanno offeso l’intelligenza dei cittadini. Secondo quanto disposto dall’amministrazione, le partecipate dovranno contribuire fattivamente al piano di riequilibrio per poi beneficiare di un rientro di 30 milioni di euro alla scadenza dei tre anni. Il governo Accorinti doveva  essere rivoluzionario, ma si sta comportando come i peggiori liberisti”.

Al tavolo sono poi intervenuti anche il coordinatore di Reset Alessandro Tinaglia, in rappresentanza  delle 15 sigle che da tempo chiedono invano un confronto con i vertici Atm e con l’assessore Cacciola, l’ex assessore Pippo Isgrò e i consiglieri comunali Sturniolo e Lo Presti.

Per Tinaglia i conti non tornano: “E’ stato votato un impegno di spesa senza bilancio, si rischia un danno erariale. Loro parlano di miglioramento del servizio, ma l’Atm nel 2015 ha totalizzato un milione di chilometri in meno rispetto a quanto previsto. E nel consuntivo 2014 già ci sono ben 4 milioni di euro in meno. Non possiamo essere felici neanche per l’arrivo dei nuovi bus che non andranno ad aumentare il parco mezzi, ma solo a sostituire i catorci arrivati da Torino”.busfiamme

Infine i consiglieri Nina Lo Presti e Luigi Sturniolo spiegano il motivo per cui hanno votato negativamente il contratto di servizio tra Palazzo Zanca e Atm, approvato dall’Aula quasi due settimane fa. “Il Comune è di fatto gestito con due piani finanziari diversi. Gli impegni presi dalle partecipate nel piano di riequilibrio non sono stati rispettati, si tratta di numeri fittizi e solo ipotetici. Il contratto di servizio non garantisce un’ oggettiva valutazione circa il lavoro dell’Atm,  non ci saranno criteri precisi. Nel documento, manca il piano di esercizio e le obbligazioni che l’azienda deve rispettare. Assente la documentazione che consente di valutare l’operato dell’azienda, così come i questionari da somministrare all’utenza per misurare la bontà del servizio di trasporto. Lacune che non permetteranno di calcolare eventuali penalità qualora l’azienda non rispetti i patti. L’Aula ha votato un contratto di servizio realizzato con documenti mancanti e con imputazioni economiche non effettive, anzi in base ai dati reali condurrà l’azienda a gravi problemi finanziari”.

Andrea Castorina

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