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Sanità, Cimo: “Revocata aspettativa ai medici a tempo determinato”

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Cimo, il sindacato dei medici, sia a livello nazionale che regionale, da tempo sta combattendo la battaglia sui precari. Gli slogan #ASSUNTISUBITO e #PRECARIMAIPIU’ lanciati dall’Intersindacale medica nazionale era stata anticipata da quello di Cimo Sicilia #STOPALPRECARIATOINSANITA’ culminato nella manifestazione del 11 novembre scorso con i camici bianchi a protestare sotto le finestre della Regione fino ad ottenere un dialogo con l’assessore alla Sanità Baldo Gucciardi e l’impegno, poi rispettato, di scongiurare la paralisi degli ospedali siciliani dal primo gennaio 2017.

“Ma la battaglia è ancora lunga e, se è vero che abbiamo ottenuto dall’assessore Gucciardi la proroga di 6 mesi dei contratti a tempo determinato, la Rete Ospedaliera tuttavia non decolla ancora, tutto sembra paralizzato dal voto referendario del 4 dicembre prossimo e subordinato al suo epilogo. Nel frattempo, dopo che persino la FNOMCeo si è ripetutamente lamentata delle 20 Sanità diverse per ogni Regione d’Italia, in Sicilia sembra che ci sia un ulteriore inaccettabile frammentazione in 17 Sanità differenti per ciascuna azienda sanitaria.

In Sicilia, all’indomani della proroga salva precari emanata da Gucciardi, c’è chi si è giustamente affrettato a prorogare immediatamente gli incarichi a tempo determinato, in modo da non restare con reparti sguarniti all’alba del nuovo anno. Ma c’è anche chi si è invece premurato di fare tutto il contrario, insensatamente e con possibili gravi ricadute sui LEA di altre Aziende e sulla Salute dei cittadini.

È il caso dell’Asp di Trapani guidata da Fabrizio De Nicola che, andando controcorrente, speriamo non seguita da altri direttori generali, ha deciso di revocare a decine di medici l’aspettativa per lo svolgimento di contratti a tempo determinato in altre aziende sanitarie. Finora l’iniziativa non ha avuta ricadute, ma unicamente a causa dei ricorsi legali presentati dagli stessi medici destinatari del provvedimento. Al momento quindi sono stati buttati al vento soltanto soldi pubblici in contenziosi legali. Ma va bene lo stesso, anche gli avvocati devono lavorare.

L’azienda trapanese le cause le ha perse tutte, finora, anche perché i giudici hanno messo nero su bianco l’assenza di motivazioni specifiche per l’adozione del provvedimento, definendo generiche le affermazioni sulle carenze negli organici di cui soffre la medesima Asp. Ma De Nicola non si dà per vinto (sembra quasi un capriccio il suo) e in questi giorni sta “invitando” cortesemente i primari della sua azienda a relazionare minuziosamente sulle “inderogabili necessità” di far rientrare i medici in aspettativa. La missiva giunta ai Primari ha il sapore del “suggerimento che non si può rifiutare”, anche perché alcuni tra questi Primari sono precari a loro volta, nel senso che non sono di ruolo e pertanto revocabili a loro volta. In attesa che intervenga l’assessorato, la battaglia legale continua e riprenderà nuovamente nei Tribunali. Ma non è questo l’unico problema in campo.

Si discute di Rete dell’emergenza, di Rete dell’infarto, di Rete dell’ictus. Reti “tempo dipendenti” vengono definite per sottolineare come il fattore tempo sia fondamentale nell’intervenire per salvare una vita, per disostruire una coronaria del cuore nell’infarto, per sciogliere un embolo in arteria cerebrale nell’ictus. È quello che da anni avviene in molte regioni italiane, ma non da noi, se non occasionalmente e in base alla disponibilità delle poche risorse umane e professionali.

Ma il fattore tempo in Sicilia è relativo, vista la lentezza con cui si procede nell’applicare quegli standard quali-quantitativi che dovrebbero garantire una Sanità uguale per tutti. Sembra esserci una colpevole indifferenza rispetto alla possibilità di fornire anche a tutti i cittadini siciliani le stesse chance di cura e sopravvivenza di fronte alla malattia.

Le Reti tempo dipendenti in Sicilia ancora di fatto non esistono. Se ne parla da anni ma, arrivati al dunque, non si concretizza niente. Ogni Azienda sanitaria, invece che contribuire sinergicamente con le altre nell’interesse della Salute pubblica, sembra operare come un’entità a parte, corpo estraneo in una Sanità malata di burocrazia e vincoli esclusivamente economici.

La Rete dello Stroke dovrebbe prevedere la creazione di equipe multidisciplinari concentrate negli Ospedali di maggiori dimensioni con il meccanismo degli hub e spoke. Invece, anche quando esistono le figure professionali idonee ad affrontare queste delicatissime emergenze, tali figure professionali vengono tenute in posti diversi e a fare attività surrogabili da altri professionisti.

E poi, quando si prova a creare qualcosa di funzionale e di funzionante si va a sbattere contro l’indifferenza, o forse anche l’incompetenza di chi dovrebbe supportare l’azione dei medici e finisce invece per ostacolare anche le iniziative più virtuose.

È il caso dell’equipe di Radiologia Interventistica degli OO.RR. Villa Sofia – Cervello che ha dovuto rinunciare ad un professionista già formato presso la propria struttura a causa dei soliti vincoli burocratici che non gli hanno consentito di assumerlo vedendolo, dopo avere investito nella sua formazione, stabilizzato in un’altra Azienda, sempre quella di Trapani, ed impiegato a svolgere attività diagnostiche routinarie che qualsiasi Radiologo può svolgere egregiamente. La richiesta di riaverlo in comando, motivata da inderogabili necessità di far fronte a prestazioni salva vita ha registrato anche stavolta l’inspiegabile diniego dell’ASP Trapanese.

La conseguenza sarà probabilmente l’interruzione del servizio in regime di h 24, anche per carenze infermieristiche la cui responsabilità è stavolta tutta in capo all’azienda Villa Sofia – Cervello, con l’apertura in regime di 12 ore, dalle 8 di mattina alle 20. Quindi se l’emergenza sarà nei giorni festivi o nelle ore notturne, amen. Non sarà possibile assicurare la prestazione. Forse anche in questo caso sarebbe auspicabile un intervento di Gucciardi.

Quelli citati sono soltanto alcuni degli esempi della sanità siciliana frammentata, dove anche quando arrivano input precisi dall’assessorato, ognuno va per conto suo e dove ogni testa è Tribunale. All’Arnas Civico non se la passano meglio. L’Azienda che dovrebbe essere hub per lo Stroke si è vista costretta non più tardi di alcune settimane fa a trasferire un paziente con ictus cerebrale a Messina con l’elisoccorso del 118 per eseguire una trombolisi meccanica in tempo utile.

Tutto questo perché anche al Civico di Palermo mancano le figure professionali idonee e niente si è fatto fino ad ora per risolvere il problema.

Abbiamo già chiesto e torniamo a chiedere all’assessore Gucciardi di intervenire il più rapidamente possibile per garantire, per quanto possibile nella situazione attuale, la migliore qualità delle prestazioni sanitarie, consentendo ai medici di fare al meglio il proprio lavoro, nel posto giusto e al momento giusto ed impedendo ai propri Direttori Generali di fare danni ulteriori di quelli già fatti, senza lasciarli ancora in balia dei soli vincoli economici e della burocrazia imperante.

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