Non c’era alcuna autorizzazione per la demolizione del palazzo del ‘700 di via degli Orti, appartenente a una delle zone più antiche di Messina: il quartiere Avignone.
La demolizione dell’edificio ha suscitato l’indignazione di molti messinesi che si sono chiesti come fosse possibile radere al suolo un palazzo che rappresentava parte della storia della città dello Stretto. Al suo posto sorgerà un edificio ultramoderno, sul quale verrà posizionata la facciata dello storico palazzo ormai abbattuto. Il progetto risale al 2012 e sembrerebbe che si sia deciso di demolire proprio quando non era più possibile farlo.
Ecco la cronistoria di quanto accaduto:
27 luglio 2012: viene presentato il progetto di un edificio di 20 piani che prevede la demolizione degli edifici settecenteschi di largo Avignone. Il progetto passa nel silenzio assenso: dopo 75 giorni (intorno al 10 ottobre 2012) la ditta avrebbe potuto iniziare i lavori ma non lo ha fatto.
Febbraio 2013: gli uffici inviano preavviso di diniego alla ditta che si oppone al TAR (il Comune di Messina non si costituisce).
3 giugno 2013: il TAR concede la sospensiva quindi ripristina la concessione.
20 novembre 2014: il TAR deposita la sentenza di merito, e quindi viene rilasciata nuovamente la concessione per l’inizio dei lavori.
Da allora, però, mai nessun lavoro è stato iniziato.
«La concessione è certamente scaduta – spiega De Cola – e non c’è più nessuna autorizzazione. Nonostante questo, pochi giorni fa, la ditta ha ritenuto di poter intervenire e dopo una comunicazione di inizio lavori basata sul nulla (perché la concessione non esisteva più) con una ruspa ha demolito una delle poche memorie storiche della città. In altre parole hanno avuto 5 anni per iniziare i lavori e non lo hanno fatto, hanno invece ritenuto di farlo nel momento in cui certamente non potevano più farlo».
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Sono indignato per la demolizione della facciata del quartiere Avignone. Chi demolisce la memoria storica vuole cancellare la cultura di un popolo